martedì 7 aprile 2009

Porto Rico è a un passo dal sogno Mondiale per club

Gli Islanders a una sola partita dalla finale di Concacaf Champions League che qualifica al torneo coi vincitori della Champions League europea. E tra loro c'è Arrieta, uno dei tre vincitori del reality show "Campioni"...Luoghi comuni: Portorico? Forti giocatori di baseball, basket. E bravi pugili. Il calcio? Qui il conoscitore medio di sport si metterebbe a ridere. Invece no. Perché al prossimo Mondiale per Club in Giappone c'è il forte rischio che possa esserci una squadra proprio dell'isola americana. I Puerto Rico Islanders, a cui manca una sola partita per arrivare in finale nella Concacaf Champions League.
INTRUSI TRA I MESSICANI - Stasera, a meno di un clamoroso rovescio, gli Islanders supereranno la semifinale. Devono difendere, a Città del Messico, il 2-0 conquistato in casa contro il Cruz Azul. Non esattamente gli ultimi arrivati, visto che hanno vinto cinque volte la Coppa. L'altra semifinale, tutta messicana, è tra Atlante e Santos Laguna. Con questi ultimi avanti 2-1 dopo il successo interno dell'andata.
REALITY - In campo, stasera, ci sarà anche un po' d'Italia. Una storia "particolare", bisogna dire. Perché negli Islanders gioca Christian Arrieta. Un nome che ai più non dice niente, ma che in realtà ha fatto un pezzo di "storia" della televisione. Arrieta, infatti, difensore centrale, è uno dei tre vincitori del reality show "Campioni", quando militava ancora nel Cervia allenato da Ciccio Graziani. Dopo un paio di stagioni al Lecce e al Foggia, eccolo a Portorico. "È stato difficile abituarsi a giocare in un campo che in realtà è da baseball - racconta al New York Times -. Ma il calore del pubblico è incredibile".
MULTINAZIONALE - Arrieta e gli Islanders (una vera multinazionale, con giocatori provenienti da Giamaica, Liberia, Trinidad, Ecuador e Usa) a dicembre, potrebbero sfidare i vincitori delle altre Champions, sparse per il mondo. L'allenatore degli Islanders è il nordirlandese Colin Clarke, che giocò, ironia della sorte, il Mondiale in Messico nel 1986. Un'eventuale vittoria nella manifestazione porterebbe, nelle non ricchissime casse del club, un milione di dollari.
LA TROPA NARANJA - "Durante le trasferte di Coppa siamo stati visti in maniera un po' strana - spiega al NY Times il presidente degli Islanders, Andrés Guillemard -. Non credevano che dei portoricani sapessero giocare a calcio. Eppure il movimento, da noi, cresce di continuo". Un Mondiale per Club con la "Tropa Naranja", questo il soprannome della squadra (dal colore delle maglie) sarebbe la degna chiusura. Altro che baseball e basket.

Nessun commento:

Posta un commento