giovedì 2 aprile 2009

Il Brasile torna a vincere Bene Kakà e Felipe Melo

Un gol su rigore, un altro viziato da fuorigioco, ma il 3-0 finale al Perù è per la Seleçao una boccata d'ossigeno. Il milanista dimostra di stare ormai bene, il viola gioca di fino e firma anche il terzo gol...La premessa è che il Perù sembra davvero la squadra più scarsa del continente, e questo 3-0 casalingo contiene quindi un po’ di tara. Assolti gli obblighi di avviso, aggiungeremo però che il Brasile veniva da tre 0-0 interni deludenti (Argentina), ingloriosi (Colombia) e addirittura vergognosi (Bolivia), e nel primo quarto d’ora gli effetti psicologicamente nefasti della serie si sono visti tutti: la Seleçao non riusciva a squilibrare la munita difesa peruviana perché il 4-2-3-1 impostato da Dunga mancava di coraggio, ciascuno assolveva al suo compitino preoccupandosi di non macchiare il foglio anziché rischiare la pennellata fuori ordinanza. Addirittura il Perù, del quale va ribadita l’inefficacia (gli mancava pure il viola Vargas, squalificato), prima che il gallo cantasse era riuscito a creare un’interessante superiorità numerica due-contro-uno all’altezza dei sedici metri; banalmente sprecata da Garcia e Fano, okay, ma intanto la situazione lasciava intuire un disagio della Seleçao.
CLASSE - Come rimediare? Con la classe dei singoli, of course. Al minuto 18 Dani Alves, il tracimante terzino destro del Barcellona che ha approfittato dell’assenza di Maicon per giocare un partitone e rimettere in discussione la titolarità del ruolo, pesca con un assist filtrante l’inserimento in area di Kakà: la spallata del difensore peruviano è un po’ troppo vigorosa, e il conseguente rigore viene trasformato da Luis Fabiano. Il quale, otto minuti dopo, riceve a centro-area ancora dal portentoso Dani Alves e gira la boccia nell’angolino: la moviola lo dimostrerà in fuorigioco, ma troppo tardi perché la cosa diventi più di un rimpianto per il c.t. avversario Del Solar. Se vi piace il bicchiere mezzo vuoto - quello che Dunga critica sempre - il Brasile va in fuga grazie a un rigore e a un gol irregolare; se lo preferite mezzo pieno - la visione di Dunga - al minuto 26 stiamo già 2-0 e buonanotte ai suonatori. La partita è finita, e la Seleçao completa l’ormai consueto giro di quadriglia sudamericano: nella prima partita del doppio turno aveva penato in altura facendosi superare dall’Argentina, nella seconda risorpassa l’Argentina che in altura non ha trovato neanche un soffio di ossigeno, e più che perdere si è praticamente estinta.
LA CLASSIFICA - A sei partite dalla fine del girone il Brasile è tornato secondo a tre punti dal Paraguay, che ieri ha pareggiato in extremis in casa dell’Ecuador; alle sue spalle il Cile a un punto, e il pari di Santiago con l’Uruguay è stato un ottimo risultato per Bielsa visto che ha giocato in dieci per tre quarti di gara (espulso Isla); due punti più indietro l’Argentina travolta a La Paz, che a questo punto deve guardarsi dalla lenta risalita dell’Uruguay di Tabarez, ormai a due punti. Fino al quarto posto ci si qualifica direttamente per il Mondiale, il quinto spareggia con la quarta della zona Nord-Centroamerica. Messo al sicuro il risultato, il Brasile gioca per dare spettacolo, mettere un po’ di minuti nelle gambe di Kakà (alla fine Dunga lo lascerà in campo 90’) e nell’ultimo quarto d’ora provare a far fare gol a Pato, acclamato dal suo antico stadio. I giocolieri più ispirati sono Dani Alves, come già detto, e ovviamente Robinho, che si dedica sì all’arte dell’assist, ma non prima di un gioco di gambe che lascia ogni volta estasiati. E’ quasi tutta panna montata, sia chiaro; ma dolce, mamma quanto è dolce...
MELO E KAKA' - Dal punto di vista tattico, invece, l’aspetto più interessante riguarda una mediana che non cambia rispetto a Quito, ma in un’altra situazione mostra un’altra qualità: Gilberto Silva resta infatti l’unica roccia autentica mentre Elano sull’out destro e Felipe Melo più centrale giocano di fino cancellando la sensazione da cagnacci che avevano dato a Quito. Il fiorentino trova addirittura il terzo gol con un’azione esemplare, palla recuperata a centrocampo mentre il Perù sta risalendo e volata contromano sino all’area rivale, col tocco sotto a impreziosire una rete significativa. Nel finale c’è spazio sia per Pato che per Ronaldinho, autore di una bella punizione, mentre come si diceva Kakà, dopo aver corso per un’ora in bella scioltezza, chiude passeggiando ma comunque in campo. A prescindere da quali medici vadano ringraziati, è sempre un bel vedere.

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