domenica 5 aprile 2009

Modulo e uomini nuovi Camolese vara il suo Toro




Franceschini nella difesa a treEd è possibile Abate più interno. Giancarlo Camolese è un uomo tranquillo anche se oggi debutta per la seconda volta in carriera su una panchina che quest’anno ha già dato la scossa elettrica a due colleghi. In nove giorni di campo l’allenatore-tifoso ha lavorato come un cottimista del pallone per trasmettere alla squadra la sua idea di Toro. Ha provato schemi e uomini diversi, ha insegnato il suo calcio fatto di cose semplici, tanto sudore e molta fatica. Ieri era sereno come può esserlo uno che sa di avere la coscienza a posto. Ora tocca a loro. Ai giocatori che non hanno mai vinto in trasferta, che sono reduci da tre sconfitte consecutive (in totale sono 15), che hanno segnato 26 gol e ne hanno incassati ben 45. È proprio il dato negativo delle reti al passivo (quarta peggior difesa del campionato dopo Lecce, Reggina e Bologna) più che quello ugualmente poco confortante dei gol realizzati (qui dal quart’ultimo posto si sale al quint’ultimo della A) che preoccupa non poco il tecnico, che oggi sarà senza Bianchi, infortunato. Camola ha studiato urgenti misure anti crisi. Il Tremonti del Toro ha lavorato su due binari: la solita difesa a quattro di De Biasi e Novellino e quella a tre che preferisce. «Deciderò oggi in base alle ultime sensazioni» ha spiegato sereno dopo aver indossato il nuovo abito gessato della divisa granata. Nessun dubbio sui due attaccanti: il vice Bianchi sarà Stellone, in un attacco di pelati che comprenderà anche Rosina. Viceversa si naviga in un nebbione tipo mare del Nord al 15 di gennaio per il resto della squadra.Ieri gli hanno sottoposto un’ipotetica formazione. Alla Mourinho ha ammesso: «Otto nomi su undici sono esatti». I tre sbagliati sono quelli che possono sparigliare le carte. La sensazione è che non ci saranno svolte epocali, ma accorgimenti «per provare a invertire la rotta» sono previsti. «Aggiungere qualcosa senza togliere niente» è l’enigmatica affermazione di Camolese riferita alla squadra nel complesso e alla fase difensiva in particolare. Tre in difesa e cinque a centrocampo, con i due esterni alti che retrocedono quando l’avversario attacca. È la scoperta dell’acqua calda, ma nel calcio non occorre essere Special One per provare a vincere. Semmai la vera novità sta negli interpreti. Accanto a Rivalta (Dellafiore non è al meglio) e Natali, è pronto Franceschini che non gioca neppure uno spezzone dal maggio 2008. Camolese l’ha tenuto sotto pressione tutta la settimana e ha spiegato: «Sta bene, è motivato. Conosce la A e poi io sono per il recupero di tutti. Con me nessuno resta per strada». Può essere un azzardo due lunghi contro il nano Miccoli? Alla Favorita l’ardua sentenza. La linea difensiva si avvarrà, comunque, della retromarcia di Rubin a sinistra e Diana a destra. Quest’ultimo sembra favorito su Abate (che se la gioca con Barone come centrale) per la maggior predisposizione a fare diga. Non sarà facile trovare subito la formula magica, oggi mancherà pure Saumel. C’è un nuovo tecnico da capire, ci sono limiti tecnici ben evidenti che neppure il Grande Indottrinatore di San Mauro Torinese sarà riuscito a limare. «La prima regola è che bisogna correre: tutti avanti e tutti indietro. Mai arrendersi». Una squadra di Petacchi, non di patacche.

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