venerdì 10 aprile 2009

Ranieri, ricetta Juventus "Poche parole, parli il campo"




L'allenatore bianconero: "Dobbiamo dimostrare coi fatti di aver assorbito il pareggio col Chievo. Conta vincere. Dopo ogni passo falso c'è sempre stata una grande risposta. Dobbiamo come minimo mantenere il 2° posto. Diego? Bravissimo, mi è piaciuto molto"........








Mollare il secondo posto? Nemmeno per idea. Il pareggio contro il Chievo ha scalfito, ma non ridimensionato le ambizioni di una Juventus attesa domani a una prova d'orgoglio. Ranieri vuole una reazione per non perdere di vista l'Inter, il secondo posto è diventato l'obiettivo minimo, e intanto deve fare i conti col nome ingombrante di Marcello Lippi e un suo possibile ritorno a Torino dopo i Mondiali 2010.
REAZIONE - "Non servono le parole, dobbiamo dimostrare coi fatti di aver assorbito il pareggio col Chievo. Conta vincere, conta la prestazione della squadra. Siamo in un buon periodo di forma e mi aspetto grande reazione . Dopo ogni passo falso c'è sempre stata una grande risposta. Affrontiamo una squadra che si gioca la Champions ed è ben messa in campo, dobbiamo dimostrare che il passo falso con il Chievo è stato archiviato. Ma ci vorrà una grossissima partita per vincere a Genova".
SECONDO POSTO - "Dobbiamo come minimo mantenere il nostro secondo posto. Sarebbe un peccato arrivare terzi dopo tutta una stagione alle spalle solo dell'Inter. Voglio finire benissimo, poi dopo si tireranno le somme e vedremo cosa abbiamo fatto. L'obiettivo ora è il secondo posto? L'obiettivo è sempre quello di riprendere l'Inter. La Juve è abituata a stare davanti a tutti, convivere con la vittoria; il pareggio è una sconfitta. Nel mirino abbiamo sempre lo scudetto, ma ogni tanto va ricordato che stiamo ricostruendo la squadra dopo la serie B".
LIPPI - "Blanc ha incontrato Lippi a pranzo? Non ci vedo nulla di male. Se al posto di Lippi ci fosse stato Trapattoni cambiava qualcosa? Qualcuno ha detto che potrebbe arrivare qui alla Juve dopo di me alla fine dei Mondiali, almeno avete messo un gran nome e forse mi lascerete un po' tranquillo fino alla scadenza del mio contratto, vi ringrazio".
DEL PIERO - "In settimana si è allenato come sempre, la sua determinazione in ogni allenamento è incredibile. È un esempio per tutti e continuerà ad esserlo".
DIEGO - "Bravissimo, ha fatto due gol, mi è piaciuto molto. Sono dispiaciuto per Marino, l'Udinese ha avuto 3-4 palle gol, ma non ha concretizzato. I friulani hanno tutto per poter passare turno".



Mourinho: "L'importante è che Adriano sia felice"




Il tecnico dell'Inter sull'annuncio del brasiliano di voler fermarsi e non rientrare in Italia: "Si può perderer il giocatore, ma l'uomo no". Sulla corsa scudetto: "Il nostro vantaggio non è definitivo"......








Vigilia di Inter-Palermo, ma tiene banco la vicenda Adriano. Il brasiliano ha detto basta: si ferma, non tornerà in Italia. E Mourinho sceglie la via del silenzio. "Non voglio parlare - dice il tecnico portoghese - L'Inter ha fatto di tutto per aiutarlo, anche prima di me. Io come allenatore e persona, e così i compagni e il presidente. Vedremo. L'importante è che lui sia felice così. Se si perde il giocatore e si trova l'uomo è perfetto. Ma non ho ancora parlato con lui. Sicuramente avremo più avanti la possibilità di capire veramente la ragione di queste parole".
SCUDETTO - Mou parla poi della corsa al titolo. "Ci mancano 15 punti, il nostro vantaggio non è definitivo". Domani l'Inter, +9 sulla Juve, è impegnata in casa contro il Palermo, mentre i bianconeri fanno visita al Genoa. "Non possiamo pensare che la Juve perda qualche punto per strada. Noi avremo l'opportunità di fare 12 punti in casa, praticamente abbiamo la chance di vincere il campionato a San Siro", dice il tecnico nerazzurro. "I tifosi devono capire che non è ancora fatta, abbiamo bisogno del loro sostegno. Non mi è mai capitato di perdere il campionato negli ultimi due mesi, ma non si sa mai" - aggiunge lo Special One - "Una settimana fa, si pensava che il nostro vantaggio potesse scendere da 7 a 5 punti. Invece è aumentato fino a 9. Domani, chissà, passa da 9 a 6. Il Palermo viene qui per giocare, non sarà un match nel quale avremo il pallone solo noi".
TERREMOTO - Nel giorno del lutto nazionale e dei funerali solenni, Mourinho parla anche del sisma in Abruzzo. "In questo momento siamo tutti con le vittime, con le famiglie, con la tristezza e il dolore - ha detto l'allenatore dell'Inter - Tutti assieme. La vita continua per le famiglie delle vittime, ma la memoria di questo momento resterà in tutti. In Abruzzo hanno bisogno di appoggio non per due giorni, ma per la ricostruzione della loro vita. Stiamo cercando di fare qualcosa. Fatto con il cuore, e senza pubblicità. Ora non dobbiamo parlare più di questo".
PUGNO -La decisione della giustizia inglese di non procedere contro il tecnico dell'Inter, accusato di aver dato un pugno ad un tifoso del Manchester Utd, è stata liquidata in un trafiletto, ma Mourinho la prende con distacco: "Sarebbe stata una vera storia se io avessi preso a pugni il tifoso. È nata una piccola storia solo sul dubbio che io lo avessi fatto... Ma il fatto che non è successo niente è solo una piccola notizia. È così, lo sappiamo...".



Ancelotti, pensiero Sheva "Lo vedo più competitivo"




L'allenatore del Milan alla vigilia della sfida col Chievo: "Sarà una partita delicata. Voglio prendere in considerazione Shevchenko in modo diverso. Beckham ancora in panchina? Tutto è possibile. Ronaldinho? Deciderò all'ultimo"....







Il biglietto da visita del Chievo recita un fresco 3-3 con la Juventus, una tripletta di Pellissier e l'ambizione di mettere nel portafogli altri tre punti verso la salvezza. Il Milan è avvisato. "I veneti hanno tanti punti in classifica però sono ancora in lotta per non retrocedere - dice Carlo Ancelotti -, sarà una partita delicata e importante, come del resto tutte le altre che rimangono fino al termine della stagione". Però il tecnico rossonero sembra fiducioso, rasserenato soprattutto dalle condizioni fisiche della squadra. "La squadra sta bene, abbiamo lavorato tutta la settimana per preparare la sfida contro il Chievo e la nostra condizione è migliorata molto" (guarda il video).
KAKA' - In particolare l'allenatore rossonero si è soffermato sulla situazione di Kakà. "È migliorato negli ultimi giorni, ha lavorato bene in settimana".
SHEVA - Ma c'è un giocatore che più di tutti sembra avere colpito, e convinto, Ancelotti. Al punto da metterlo in crisi sulla formazione da schierare per affrontare il Chievo. "Shevchenko quando è entrato contro il Lecce ha fatto bene. La sua condizione è buona, è molto motivato e i miei dubbi sono legati al fatto che voglio prenderlo in considerazione in modo diverso: lo vedo molto più competitivo adesso nei confronti degli altri".
BECKS E DINHO - Molte incertezze per l'attacco e ancora nessuna decisione sull'impiego di Beckham ("Una seconda panchina consecutiva? Tutto è possibile") e Ronaldinho. Sul brasiliano Ancelotti dice: "Non so ancora se sarà titolare, è in competizione con altri giocatori e deciderò all'ultimo" (guarda il video).
IL FUTURO - E sulle sue dichiarazioni ("Sono felice qui al Milan, ma nella vita mai dire mai"), Ancelotti risponde anche per la società. "Per quello che sappiamo noi rimarrà anche l'anno prossimo, poi cosa ne pensa lui non posso dirlo ma non credo sia contrario".
DIFESA CONFERMATA - Rimandate all'immediato pre-partita tutte le scelte su centrocampo e attacco, solo la difesa è già decisa e confermata. "Sarà composta da Zambrotta, Senderos, Favalli, Jankulovski. Maldini invece è indisponibile (non è stato convocato ndr). La difesa e il portiere sono le uniche idee chiare che ho, sul resto mi riservo di decidere all'ultimo".
OBIETTIVI - La sfida con il Chievo è un'altra tappa fondamentale nella corsa al terzo posto, da mettere al sicuro dagli assalti di Roma, Fiorentina e Genoa. "Noi dobbiamo concentrarci solo sul nostro obiettivo: vogliamo tornare in Champions League, ma dobbiamo stare attenti perchè il campionato è ancora pieno di difficoltà". Sul futuro nessuna paura. "Il Milan ha un'ossatura di base competitiva e di livello. Ora è importante arrivare tra le prime tre, poi il prossimo anno penseremo a essere competitivi in Europa".
TERREMOTO - "Credo che tutto il popolo italiano debba dare il proprio sostegno oggi e anche negli altri giorni: hanno un bisogno costante di sostegno e solidarietà. Sono certo che il mondo del calcio nelle prossime ore farà qualcosa in maniera tangibile, a livello istituzionale e a livello individuale. Io credo che sia giusto non dimenticare e ricordare che ci sono tante persone che soffrono: giocare o non giocare è di relativa importanza, basta tenere vivo il ricordo di queste persone. Siamo stati tutti impressionati da quanto accaduto, siamo loro vicini e dobbiamo sostenerli".



La Juventus ci riprova Lippi d.t. nel 2010




In un incontro di giovedì scorso, al ristorante, a Recco, l'amministratore delegato bianconero Blanc e il c.t. della Nazionale avrebbero parlato di un futuro assieme, con l'ex allenatore bianconero come direttore tecnico .......






S’arrabbiano, ma c’era da aspettarselo. "Ma a voi cosa vi interessa sapere quello che hanno mangiato?". La "o" è larga, la cadenza è levantina. Simpatici. Ma un po’ "rusteghi", che qui sta per selvatici. Riservati. Al ristorante da Vittorio, a Recco, non hanno gradito. "Marcello è un nostro amico, non c’era bisogno di scrivere tutto sul giornale, viene da noi un sacco di volte". E giovedì scorso è venuto con Jean Claude Blanc, l’amministratore delegato della Juventus. Rendez-vous a metà strada. Questa volta si è deciso così, niente incontro al centro tecnico di Vinovo. "Hanno mangiato poco e parlato tanto", raccontano.
"Ancora più interessante. Hanno chiacchierato di Amauri, del suo passaporto e di un possibile futuro con la Nazionale di Lippi. Di questo, soprattutto. O forse anche di questo. La differenza, si vedrà, può essere rilevante. Hanno chiacchierato di Amauri, è la prima (informale) risposta che arriva dall’ambiente bianconero. Precisando subito che non c’era nulla da nascondere: incontro cordiale, informale e alla luce del sole. Vero, in caso contrario Lippi e Blanc non si sarebbero fatti fotografare dal primo passante in transito. Vero anche che dell’incontro erano a conoscenza un numero ristretto di dirigenti bianconeri. La proprietà e pochi altri. Chi sapeva ha taciuto. Chi non sapeva è rimasto "decisamente" sorpreso. "Hanno mangiato poco e parlato molto", di Amauri e d’altro. Per esempio della prossima campagna acquisti e di quali obiettivi potrebbero servire per rafforzare la squadra di Ranieri. Perché il parere di un commissario campione del Mondo è sempre gradito. Un allenatore capace di vincere con la Juventus 5 scudetti, una coppa Italia, quattro Supercoppe Italiane, una Champions, una Supercoppa Uefa e un’Intercontinentale. Insomma, Lippi è un uomo che può sempre regalare qualche utile consiglio.
Si è "parlato molto", ma origliare è da maleducati e comunque non rispetta la privacy. Insomma, non si sa se Blanc ha accennato (anche) alla volontà di riportare Lippi alla Juventus, dopo il 2010, quando scadrà il suo contratto con l’Italia. E quando scadrà il contratto di Ranieri con la Juventus. Non si saprà mai se a Lippi è stato proposto, un’altra volta, l’incarico di "direttore tecnico". Sì, questa pare l’ipotesi più credibile. Perché un’offerta del genere gli era già stata fatta, l’ultima volta nel gennaio del 2008. Lo rivelò un servizio tv. E anche allora la notizia sorprese più di un dirigente bianconero. Un anno fa Lippi declinò l’invito. I motivi del rifiuto vennero spiegati pubblicamente in un’intervista, rilasciata a Roberto Beccantini, pubblicata su "La Stampa" del 23 dicembre 2008. Spiegò Lippi: "C’era di mezzo il processo di mio figlio Davide, il solo pensiero delle domande che mi avreste fatto un giorno sì e l’altro pure, mi ha fatto passare la voglia". Una risposta che vale una conferma. L’ultima proposta arrivò nel gennaio di un anno fa. Prima che il commissario tecnico tornasse sulla panchina dell’Italia. Dove resterà (almeno) fino alla conclusione dei Mondiali del 2010. Dopo si vedrà, parlarne non è peccato. Parlare di Amauri, del mercato e della Juventus che verrà. E tra un discorso e l’altro mangiare un po’ di "focaccia al formaggio, la specialità della casa". E’ stata dura, ma alla fine qualcuno ha confessato.



Marino ci crede ancora Diego, spot per la Juve




Dopo la sconfitta di Brema (3-1) il tecnico dell'Udinese è comunque fiducioso: "Abbiamo creato tanto, ce la possiamo fare". Grande show del brasiliano, osservato speciale dei bianconeri.....






E adesso? Adesso la rabbia e la speranza hanno sempre la stessa faccia: quella di Fabio Quagliarella, gioia e dolore dei tifosi dell'Udinese. Gioia perché con il gol del finale della sfida col Werder ha riaperto uno spiraglio per la qualificazione. Dolore perché senza i suoi errori davanti alla porta il passaggio del turno sarebbe stato ipotecato proprio dai suoi. Lui non si tira indietro, si scusa con tifosi e compagni (ascolta l'audio), e ha già l'ingrediente giusto per la gara di ritorno: "La rabbia. Ne ho così tanta in corpo che rigiocherei subito. Devo farmi perdonare, è un grande stimolo". Scuse, rabbia ma anche orgoglio, perché Fabio rivendica l'inevitabilità di due dei tre tocchi morbidi incriminati, senza però chiamarsi fuori: "Forse potevo evitare il secondo e tirare di potenza. Lì ho sbagliato".
IL TECNICO - Pasquale Marino capitalizza al massimo il gol di Quagliarella (ascolta l'audio): "E' stato straordinario, ci ha riaperto tante possibilità". Anche per lui la ricetta per Udine è semplice: "Giocare come nel secondo tempo. Lì siamo scesi in campo con un'altra mentalità, abbiamo costruito tanto: non può andare sempre così, abbiamo messo Fabio tante volte davanti alla porta, vuol dire che lui e la squadra stanno bene". Una ripresa da ristudiare, dunque: puché si cancellino quei tre minuti centrali di follia, con i gol di Diego e Almeida... All'allenatore fa eco Pepe: "Per continuare a sperare nella qualificazione dobbiamo metterci più velocità e palla bassa: loro sono tutti alti due metri e mezzo.... Qui a Brema l'abbiamo fatto, ma solo a tratti". E anche Felipe vede il bicchiere mezzo pieno: "Con tutti questi errori abbiamo dimostrato che loro non sono imbattibili. Per questo a Udine sarà tutta un'altra storia. Serve solo più cattiveria davanti alla loro porta, e più attenzione a Diego (suo connazionale e amico, ndr): lui è straordinario, ha delle giocate fantastiche, e il bello è che con tutto ciò non gioca per sé, ma per la squadra".
IL MATCH WINNER - Dal canto suo Diego, più che mai star, si concede con sorriso e calma serafica ai giornalisti (ascolta l'audio): lui dice che è stata una grande vittoria e una giornata speciale per la squadra, ma la serata speciale è stata la sua. Tutta l'Italia del calcio ha visto di cosa è capace: "E questo mi fa un gran piacere, perché il campionato italiano è quello che amo di più, e se dall'Italia mi seguono così è un onore". Poi il solito disco sull'interessamento di Juve e Inter, il solito "in questo momento penso solo al Werder". Ma se già prima era uomo mercato, da ieri sera Diego è ufficialmente uno dei pezzi più pregiati della vetrina internazionale.




Il Chelsea punta su Villa Ferguson, carezze a Mou

Blues avrebbero individuato nella stella del Valencia il prossimo colpo di mercato, sebbene Hiddink consigli Pavlyuchenko, in rotta col Tottenham. Conti i rosso per il Manchester Utd, ma sir Alex guarda al futuro: "Il mio erede? Chissà, ma José mi piace".....Roman Abramovich si è re-innamorato del Chelsea e per dimostrare ai senatori della squadra il suo attaccamento ai colori Blues è pronto a staccare un assegno fra i 45 e i 50 milioni di euro (a seconda del giornale che riporta l’indiscrezione) per David Villa del Valencia. Per la verità, come molti campioni spagnoli, anche l’attaccante delle meraviglie avrebbe una clausola di rescissione quasi proibitiva (che il Daily Mail quantifica in oltre 110 milioni di euro), ma la crisi economica che ha colpito il club potrebbe spingere gli spagnoli ad "accontentarsi" (si fa per dire) di una cifra più vicina alla realtà. L’attaccante delle meraviglie, che piace anche a Real Madrid e Barcellona, era stato l’obiettivo invernale pure del Manchester City e, come si sa, per lo sceicco Mansour i soldi non sono affatto un problema, ma a detta del Daily Express, l’indiscutibile "appeal" del Chelsea (oltre alla possibilità di giocare in Champions League la prossima stagione) potrebbe avere la meglio sui milioni arabi. "In genere, noi preferiamo generare denaro dalla vendita dei giocatori – aveva spiegato lo scorso febbraio il presidente Blues, Bruce Buck – ma se ci capitasse l’occasione di prendere un determinato giocatore, allora i soldi li metterebbe il nostro proprietario". E, come chiosa il Guardian, il campione in questione sarebbe stato individuato e si chiamerebbe, appunto, David Villa.
PAVLYUCHENKO - Ma il boss a tempo, Guus Hiddink, avrebbe indicato anche un altro nome per l’attacco del Chelsea: ovvero, Roman Pavlyuchenko, che in questo momento vive fortune decisamente alterne al Tottenham, dove è perlopiù in panchina per decisione del tecnico Harry Redknapp, che proprio non lo vede, malgrado i 13 gol finora segnati. "Penso che Pavlyuchenko sarebbe un ottimo acquisto per i Blues – si legge su Sun e Daily Star – ed è un vero peccato che sieda in panchina. Io non lo farei mai, perché uno con il suo talento deve giocare, giocare e giocare. E’ vero, io lo chiamavo 'il gigante che dorme', ma da quando è arrivato agli Spurs è migliorato tantissimo".
UNITED IN ROSSO - E mentre il Chelsea pensa a rinforzare l’attacco con i soldi di Abramovich, il Manchester United scopre di avere i conti in rosso. Malgrado, infatti, il sito di Forbes metta i Red Devils in cima alla classifica dei "most valuable soccer teams" (ovvero, i club con il più alto valore economico al mondo) con 1.870 milioni di dollari (seguiti dal Real Madrid, con 1.353 milioni di dollari, e dall’Arsenal con 1.200 milioni di dollari), spulciando il bilancio della stagione scorsa (che ha pur visto la squadra di Sir Alex Ferguson trionfare in campionato e in Champions League) il Daily Telegraph ha scoperto che le tre consorelle che detengono la proprietà del club (Manchester United Football Ltd; Red Football Ltd e Red Football Joint Ventures Ltd) hanno accumulato debiti per 699 milioni di sterline (pari a quasi 780 milioni di euro). E sebbene la famiglia Glazer, che ha preso il controllo del club nel 2005, insista nel dire che la struttura societaria è solida e che Ferguson può continuare ad investire nella campagna trasferimenti (non a caso, il Daily Sport ipotizza un derby milionario con il City per arrivare a Gianluigi Buffon), molti giornali, fra cui il Daily Star, non sembrano essere altrettanto ottimisti e parlano della possibile cessione di Cristiano Ronaldo al Real Madrid per 78 milioni di euro per ripianare la difficile situazione economica.
MOURINHO - E a proposito di futuro, quello di Sir Alex dovrebbe restare United ancora per un bel pezzo, come ha confermato lo stesso allenatore in un’intervista alla CNN, durante la quale ha, però, lasciato intendere di considerare l’amico José Mourinho come il candidato ideale per la sua panchina una volta che si ritirerà. "Mi piace Mourinho, è un bravo ragazzo e al club serve un uomo di esperienza, ma sapete che nel calcio le cose cambiano in fretta e il lavoro dell’allenatore è alquanto fragile. Nessuno sa quello che succederà e sarebbe, perciò, impossibile parlare ora di Mourinho, Wenger o di qualcun altro". Anche perché per allora Arsene Wenger potrebbe sedere sulla panchina del Bayern Monaco, almeno stando a quello che riporta oggi il Daily Mail, secondo cui il club tedesco sarebbe pronto ad offrire un ingaggio da 5,5 milioni di euro a stagione al francese per portarlo via dall’Arsenal, malgrado un contratto in essere fino al 2011 e i ripetuti "no" detti in passato a Real Madrid e Barcellona.

Cannavaro, spunta il Bayern E i tifosi del Real rilanciano

Il quotidiano sportivo As riporta l'interessamento dei bavaresi per il difensore del Madrid, in scadenza di contratto. Ma i supporters spagnoli non vogliono perderlo, e sono pronti a lanciare una raccolta di firme, e persino un sito internet, per caldeggiare il rinnovo...Da As in edicola questa mattina arrivano due notizie su FabioCannavaro. Entrambe dovrebbero far piacere al capitano azzurro. La prima, non confermata, svela l'interesse del Bayern Monaco che un mese fa avrebbe contattato Gaetano Fedele, rappresentante del giocatore. Il contratto di Cannavaro scade a giugno, e il vuoto istituzionale che ha inghiottito il Madrid rende impossibile qualsiasi pianificazione per la prossima stagione. Fabio era a un passo dal rinnovo quando al Bernabeu c'erano Calderon e Schuster, ma dal dicembre sorso sembra passato un secolo e ora bisogna aspettare le elezioni, programmate per il 7 o il 14 giugno prossimo (la data dovrebbe essere ufficializzata lunedì). Si era parlato del Manchester City, ora tocca al Bayern Monaco.
RACCOLTA DI FIRME - Cannavaro aspetta, la sua priorità è restare a Madrid, e intanto gli "aficionados" della Casa Blanca si mobilitano per lui. La 'Peña', come si chiamano i club in Spagna, "Olaf il Vikingo" domenica lancerà una campagna per la raccolta di firme per il rinnovo del contratto del difensore napoletano. Saranno allestiti banchetti attorno al Bernabeu (dove alle 17 il Madrid riceve il Valladolid) e sarà inaugurato un sito internet, www.renovacioncannavaro.com dove sarà possibile firmare per appoggiare la campagna. Quelli di 'Olaf il Vikingo' sono 250, e qualche anno fa organizzarono qualcosa di simile per proteggere Iker Casillas dall'arrivo di Gigi Buffon. Sembrava che l'amico di Cannavaro potesse sbarcare al Bernabeu, e la 'Peña' rimediò non meno di 7.650 firme a favore della protezione del numero uno locale e contro l'acquisto del portiere italiano.
MASTINO NAPOLETANO - Su As appoggiano l'iniziativa dei tifosi. In un commento intitolato "Il mastino napoletano deve restare" si ricorda l'importanza di Cannavaro nella Liga dell'anno scorso, quando Casillas riuscì per la prima volta in carriera a mettere e mani sul Trofeo Zamora che premia il portiere meno battuto della Liga, e il suo ruolo fondamentale nella rinascita del Madrid di Juande Ramos, solidissimo difensivamente. Pur riconoscendo che Cannavaro con i suoi 35 anni non è più un ragazzino, che è già stato preso il promettente centrale argentino Garay dal Racing, che al momento è impossibile pianificare il futuro, su As ricordano come Cannavaro in tre anni non abbia mai pronunciato una frase fuori posto e invitano al rinnovo: "Fabio si merita di alzare la Decima (Champions, ndr) il prossimo anno al Bernabeu (che ospita la finale, ndr). E così sia, capitano (in italiano, ndr)". Parole che renderanno più dolce l'attesa del nostro Pallone d'Oro.

giovedì 9 aprile 2009

Lotito minaccia la Lazio Totti pensa ai terremotati


Vigilia del derby romano con il presidente biancazzuro deciso: "I giocatori devono dimostrare sacrificio e volontà, altrimenti resteranno in ritiro". Il capitano della Roma, che oggi ha lavorato a parte ma sarà in campo: "Aiutiamo l'Abruzzo" ...Sarà un derby in tono minore. Per i problemi delle squadre, e Lazio e Roma ne hanno, e per l'atmosfera triste che circonda tutti dopo il terremoto in Abruzzo. Ma in campo si deve andare e i punti alla fine servono. Così Claudio Lotito, presidente biancazzurro, si fa sentire.
RITIRO - "La Lazio deve reagire subito, Pasqua è il periodo della Resurrezione e già nel derby voglio vedere questi cambiamenti. Ci sto mettendo tutto l'impegno per dare una scossa a questa squadra, mi auguro che i calciatori abbiano ritrovato la serenità, la voglia di combattere, di dimostrare ai tifosi sacrificio, determinazione, atteggiamento volitivo. Se non raggiungeranno quest'obiettivo, si proseguirà in questo ritiro. Se non cambierà il loro approccio, l'atteggiamento della società non cambierà".
MENTALITA' - Per Lotito il momento negativo della squadra di Rossi è solo un problema di testa: "Questa squadra ha le potenzialità per confrontarsi alla pari con tutte se ritrova la concentrazione, la serenità e la determinazione che ha mostrato ad esempio con la Juve, dove ha combattuto sul campo surclassandola. Se c'è la volontà da parte loro, ci sono tutti i numeri per farlo. Alfieri disse 'Volli, sempre volli, fortissimamente volli'. E' una questione di volontà".
ALLENATORE - Come quella di prolungare il contratto a Delio Rossi o sostituirlo a fine stagione. Si sono fatti i nomi di Del Neri e Giampaolo. "La questione allenatore? Una volta per tutte, voglio dire una cosa. I mezzi di informazione dichiarano cose destituite di fondamento che creano destabilizzazione. E questo non mi sembra giusto, le notizie in tal senso sono prive di fondamento perchè il sottoscritto non ha contattato nessuno. Sfido chiunque a dire il contrario".
SENTIMENTI - Dall'altra parte della città, in casa Roma, a parlare è Francesco Totti. Che ha espresso il suo dolore per il dramma dell'Abruzzo. "Bisogna aiutare e stare vicini alle persone colpite dal terremoto - ha detto il capitano giallorosso -, in questo caso il calcio va messo da parte. In un momento così difficile non è facile trovare le parole giuste, tutto il paese deve essere unito, ognuno secondo le sue possibilità deve dare una grande mano. Insieme cercheremo di prendere decisioni importati, poi ci uniremo agli altri. Quando c'è un pallone di mezzo si possono fare felici le persone, chi all'improvviso si è trovato senza più nulla".
CI SARA' - Oggi intanto Totti ha svolto solo un lavoro di potenziamento, oltre a una leggera corsa su tapis roulant e della fisioterapia. L'entourage del giocatore, però, ha fatto sapere che il ginocchio del numero dieci della Roma risulta asciutto: domani la valutazione decisiva che metterà Totti nella lista dei convocati di Spalletti. C'era e c'è ottimismo, dunque, sulla presenza del giocatore al derby.

Adriano resta in Brasile In Italia arriva l'agente

Gilmar Rinaldi, procuratore dell'attaccante, annuncia: "Il giocatore resta a Rio, martedì arriverò da solo a Milano. E al momento non posso fare previsioni. Lui comunque ha un contratto fino a metà del prossimo anno" ... Adriano resta in Brasile. A confermare la notizia è il procuratore dell'attaccante, Gilmar Rinaldi, che arriverà da solo a Milano all'inizio della prossima settimana per decidere il futuro dell'attaccante dell'Inter. Smentite quindi alcune indiscrezioni che volevano Adriano già in viaggio per l'Italia. E deluse forse anche le aspettative dell'nter, che avrebbe preferito incontrare di persona anche il giocatore, sollecitando un rientro pre-pasquale per definire la questione il prima possibile.
PARLA RINALDI - Del resto la linea nerazzurra è già chiara: il club intende arrivare a una risoluzione del contratto di Adriano, che scade nel giugno 2010. Ma il procuratore è fermo nella sua posizione: "Sia io che Adriano siamo ancora in Brasile - il commento di Gilmar Rinaldi a globoesporte.com -. Io martedì sarò in Italia per definire il suo futuro. È chiaro che al momento non sono in grado di fare previsioni, comunque Adriano è sotto contratto fino a metà dell'anno prossimo. Però ora lui rimane a Rio de Janeiro, parto solo io".

Il Werder è un po' nervoso Udinese, dubbio tra i pali

Stasera l'andata dei quarti di Uefa coi tedeschi che devono riscattare lo 0-4 del Bayern. Diego infastidito dalla voci di mercato, Pizarro da guai di evasione fiscale. Tra i bianconeri Handanovic è recuperato e dovrebbe toccare a lui ....Ora anche loro sono quasi "unici". Se da una parte l'Udinese è la sola italiana superstite in Europa, dall'altra al Werder è rimasta di fatto la compagnia del solo Amburgo. La disfatta di Barcellona, infatti, non lascia speranze di futuro europeo al Bayern, che oggi sui giornali incassa solo titoli come "Katastrophe", "Klinsmann via" fino a un perfido "Messi fa piazza pulita dei wurstel bianchi" (quelli di manzo: il riferimento è al colore della maglia che Luca Toni e compagni indossavano ieri sera).
ANSIE - Così la sfida di stasera tra Brema e Udinese (andata dei quarti di Coppa Uefa ore 20.45) si carica di nuovi stimoli per gli uomini di Schaaf, già chiamati a riscattare un campionato deludente (attualmente sono decimi). Ma con gli stimoli aumentano anche le responsabilità e le ansie, soprattutto per i calorosi tifosi anseatici. Innanzitutto c'è Diego, mister mercato per eccellenza, che ormai ammette la sua vicinanza alla Juve ma si dice anche "innervosito" dal ruolo di uomo mercato che da mesi ricopre. E il nervoso è una brutta bestia, soprattutto quando si è diffidati: proprio la situazione in cui si ritrova il fantasista stasera. Poi c'è Claudio Pizarro, il castiga-Milan che ha già delle attività imprenditoriali fuori dal campo e che è nel mirino della giustizia per una cospicua evazione fiscale. Stasera penserà più al suo ruolo in attacco o alla difesa, quella che dovrà impostare con i suoi legali? Infine, lo spauracchio di tutti: la velocità dell'avversario, il contropiede, il "ciclone Quagliarella".
I BIANCONERI - Il fronte dell'Udinese sembra più sereno. Ormai metabolizzata la batosta dell'assenza di Totò Di Natale, ieri Pasquale Marino ha annunciato il pieno recupero di Lukovic e soprattutto del portiere Handanovic. Dando l'impressione che sarà il secondo ad andare in campo, ma non dicendolo espressamente. Resta dunque un piccolo margine di dubbio, che non piace soprattutto alla difesa dei bianconeri. Lo ha spiegato bene Felipe, sottolineando la pericolosità del Werder sui calci piazzati e lamentando la tendenza dei suoi a concederne troppi, soprattutto dalle fasce. Ha poi auspicato, Felipe, che "il portiere ci dia una mano, ci dia sicurezza nelle uscite". Ora, le uscite aeree sono una specialità più nel bagaglio tecnico dello sloveno, rispetto a quello di Belardi: la speranza è dunque che da qui al fischio d'inizio anche quel piccolo margine di dubbio venga cancellato. Quanto a Lukovic, dovrebbe sedersi in panchina lasciando spazio a Pasquale.
FESTA - Comunque sia, le ansie sono puramente sportive. Il clima in città è festoso, nonostante quello atmosferico minacci pioggia. I tifosi dell'Udinese, attesi in circa un migliaio, girano tranquilli nelle piazze del centro di Brema e cantano i loro inni sotto al monumento ai musicanti di Brema (più o meno con la stessa intonazione...). Dalle 17.30, poi, potranno già trasferirsi in zona stadio, dove il Werder ha allestito l'area "Progetto tifosi" (proprio così, in italiano) per l'accoglienza degli ospiti e la socializzazione con i sostenitori locali).

Giovinco vota per lo stop "Non si dovrebbe giocare"

Il fantasista della Juventus: "Sono scelte che arrivano dall'alto, ci adeguiamo, ma se segno al Genoa non esulto, e dedico il gol a tutte le persone coinvolte nel terremoto in Abruzzo. Lo scudetto? Nella vita non si sa mai, e in Coppa Italia possiamo ribaltare il risultato dell'andata"...Una sfida col lutto nel cuore, una partita che Sebastian Giovinco e compagni avrebbero preferito rimandare. Sabato c'è il Genoa, ma negli occhi di tutti sono ancora vive le terribili immagini del terremoto in Abruzzo, difficile concentrarsi su una partita quando la mente e i pensieri sono altrove. La Juve ci proverà, col lutto al braccio e l'Abruzzo nel cuore.
FORMICA ATOMICA - Sebastian Giovinco lo dice chiaramente. "Secondo me non si dovrebbe giocare. È la prima volta che mi capita una situazione del genere, e non posso dire cosa sia giusto o no. Se segno non esulto, ma dedico il gol a tutte le persone coinvolte nel terremoto in Abruzzo". Il fantasista bianconero parla ai microfoni di Juventus Channel. "Da quando è successo questo dramma, non si è parlato d'altro tra noi calciatori. Come squadra, gruppo e società siamo molto vicini alle persone colpite dal terremoto. Poi si sta cercando di fare qualcosa di concreto, per dare un contributo utile ed essere ancora più vicini all'Abruzzo. Ci stiamo muovendo. Possiamo solo cercare di stare il più possibile vicino a queste persone. Se è stato deciso di giocare, dobbiamo farlo. Sono scelte che arrivano dall'alto". Il pareggio col Chievo è stata un'occasione persa, ma col Genoa c'è voglia di reazione. "Col Chievo abbiamo perso una bella occasione per vincere e restare vicini all'Inter. Ma non solo per lo scudetto, stavamo attraversando un buon momento ed era importante fare bene. Nello spogliatoio non ci siamo detti niente. Eravamo arrabbiati, amareggiati e delusi. Però è bello anche continuare a sognare. Non si sa mai nella vita. Mai dire mai. Il Genoa? Sarà un sfida bella. Noi siamo secondi, loro quarti c'è una bella atmosfera. Il Ferraris, poi, è uno stadio all'inglese, è molto bello. Sarà una partita difficile, ma dobbiamo andare lì per vincere, anche perchè non possiamo più sbagliare. Penso che il Genoa arriverà quarto lo stesso, è in ottime condizioni".
OBIETTIVO COPPA - L'obiettivo stagionale è diventata la Coppa Italia: il 22 aprile i bianconeri dovranno ribaltare il 2-1 dell'andata contro la Lazio. "Eravamo una squadra che veniva dalla serie B, penso che abbiamo fatto fin troppo bene. Nove punti dall'Inter sono un distacco importante, difficile da recuperare. Nel ritorno di Coppa Italia, invece, penso che abbiamo tutte le qualità per ribaltare la sconfitta dell'andata. Ce la metteremo tutta. La Champions? Sono contento della vittoria del Chelsea contro il Liverpool, in fondo sono stati loro ad eliminarci, ed è bello sapere che vanno avanti. Non avevo nessun dubbio, in tutte e due le partite dei quarti avrei puntato sul Chelsea, sicuramente arriverà fino in fondo".
CONCORRENZA - La concorrenza non spaventa la formica atomica: "Posso giocare insieme a Del Piero, dobbiamo ancora conoscerci a fondo. Ma c'è già un grande feeling. Mi trovo bene anche con Nedved. Mi dà tanti consigli, c'è il massimo rispetto tra noi. Ma credo che non andrà in pensione a fine stagione, può fare altri tre anni. Cosa penso di Diego? È un grande, alla squadra fa sicuramente comodo un giocatore così. Sarà il benvenuto nel caso in cui dovesse arrivare. Io poi ho dei compiti da svolgere, e faccio quello che mi dicono di fare. A volte seguo anche l'istinto, che mi dice di andare un pò più in mezzo. Meglio essere protagonista in un'altra squadra? Io voglio restare alla Juve, anche se nessuno mi dà la certezza di giocare. Un ventenne non potrebbe chiedere di più. Ho già dimostrato di poter giocare fuori, ora voglio farlo anche qui".

Tutta la verità di Kakà "Resto al Milan a vita"

Intervista esclusiva al fuoriclasse brasiliano del Milan: "Voglio stare qui, l'ho già dimostrato. Non ho avuto nessun contatto col Real. Allegri? Se Ancelotti andasse via è ok. Ma la nostra squadra va ringiovanita"....Fra Zidane e il Puma, Kakà preferisce il Puma. "Magari chiedo a lui". Puma Emerson porta al Milan il numero 5 che è stato di Costacurta e anche di un creatore di calcio come Fernando Redondo che, caso strano, l’ha indossato anche a Madrid. Ricardo ride, la pressione è tanta ma la parola Real non lo rende nervoso: però lo spinge, dopo mesi di emozioni e silenzi, a dire la sua verità. Una verità che ruota intorno al Milan e non contempla la maglia che il Real avrebbe preparato per lui: con il 5 di Zidane, appunto.
Kakà, questa stagione è stata diversa da come se la immaginava... "Sì, ho avuto tanti problemi: il ginocchio, la pubalgia, il piede. Non ho mai trovato la continuità e non sono al 100 per 100 neppure adesso. Spero di arrivarci prima della fine, spero di poter dare la spinta per assicurare al Milan il posto in Champions League".
Un regalo d’addio? "Penso che in questi giorni abbia parlato troppa gente, ora parlo io. Non ho avuto contatti con il Real, nessuno mi ha cercato e penso di aver già dichiarato il mio piacere e la mia voglia di stare qui".
Ci sta dando il titolo? Milan a vita? "Per la quinta volta, mi pare. Ormai ho più vite di un gatto

Terremoto, parla Campana "Correttezza sui campi"


Il presidente dell'Aic lancia un monito: "Dobbiamo appellarci alla sensibiltà di tutti gli addetti ai lavori in segno di solidarietà verso il dramma dell'Abruzzo". La solidarietà degli ultrà del Bologna e del basket. Domani si ferma il baseball..."Dobbiamo appellarci alla sensibiltà di tutti gli addetti ai lavori dello spettacolo calcistico perchè la giornata di campionato di sabato sia ispirata alla correttezza e alla lealtà, che sono anche un segno di solidarietà e sensibilità verso questa popolazione cosi colpita". Ai microfoni dell'Agenzia Radiofonica GRT il presidente dell'Associazione Italiana Calciatori, Sergio Campana, lancia un appello al mondo del calcio con la Serie A che sabato si troverà a giocare dopo le tragiche conseguenze del sisma in Abruzzo. "L'Aic è stata d'accordo nel sospendere la giornata di Serie B di domani - ha detto l'avvocato Campana -, non credo sia invece stata presa in considerazione anche l'idea di sospendere la giornata di sabato". Il rischio è che sabato si possa polemizzare, come spesso avviene, su rigori dati e non dati, non sarebbe bello in un momento del genere. "Direi che una sensibiltà di questo tipo dovrebbe essere scontata" spiega Campana, che ha anche aperto una sottoscrizione tra gli atleti delle squadre di serie A, B e Lega Pro per l'Abruzzo: "In situazioni del genere - ha concluso Campana a GRT - i calciatori sono sempre molto generosi".
SOLIDARIETA' DAGLI ULTRÀ DEL BOLOGNA - Da "un'ingiustizia sportiva" può derivare un atto di giustizia umana. Ne sono convinti i 'gruppi ultrà della Curva Andrea Costa e il Centro Bologna Club', così hanno firmato la nota, proponendo di devolvere agli aiuti per la popolazione abruzzese i soldi risparmiati per la trasferta negata la scorsa settimana a Roma, stop deciso dal Casms, comitato per la sicurezza delle manifestazioni sport. Allo scopo ci sarà una raccolta che sarà svolta dai volontari dei gruppi ultrà agli ingressi del Dall'Ara per Bologna-Siena.
TREVISO-BIELLA DEVOLVE L'INCASSO - Anche il basket in campo per la solidarietà alle vittime del terremoto dell'Abruzzo. L'incasso del match di serie A Benetton Treviso-Angelico Biella, in programma domani sera alle 21, sarà devoluto alle popolazioni colpite dal sisma. Verranno, inoltre, allestite delle urne agli ingressi del Palaverde per permettere le offerte libere da parte del pubblico e sarà organizzata una lotteria a offerta libera con in palio un grande uovo di Pasqua che verrà assegnato nell'intervallo.
DOMANI STOP DELLA BASEBALL LEAGUE - Nel rispetto della giornata di lutto nazionale per le vittime del terremoto in Abruzzo, la Federbaseball ha rinviato tutte le partite in programma per domani (venerdì 10 aprile). Il primo turno dell'Italian Baseball League, pertanto, dopo l'apertura della stagione prevista per stasera, secondo programma, con Palfinger Reggio Emilia-T&A San Marino e Fortitudo Bologna-Cariparma, avrà il seguente calendario: sabato 11 aprile (alle 16): T&A-Palfinger, Cariparma-Fortitudo, Danesi Nettuno-De Angelis Godo, Montepaschi Grosseto-Telemarket Rimini; sabato 11 aprile (20,30): T&A-Palfinger, Cariparma-Fortitudo, Danesi-De Angelis, Montepaschi-Telemarket; domenica 12 aprile (15): Danesi-De Angelis, Montepaschi-Telemarket.

A Londra non hanno dubbi "Ancelotti-Chelsea: c'è l'ok"

Per la stampa inglese, in particolare per il Sun, il tecnico del Milan e i Blues sono d'accordo. Lo conferma anche il Mirror che ringrazia Hiddink annunciando l'arrivo del tecnico emiliano..."That’s your Lotti" titola quasi a tutta pagina il Daily Mirror. "Lotti says yes" replica il Sun. Parole più o meno simili per esprimere lo stesso concetto: l’uomo di Reggiolo ha detto sì. Insomma, Carlo Ancelotti sarebbe pronto a prendere il posto di Guus Hiddink al Chelsea e lo avrebbe già comunicato a Roman Abramovich, dandogli la sua parola che l’affare – questa volta – si farà (a differenza di quanto, invece, successo lo scorso anno).
TRIENNALE - E per meglio rafforzare la tesi che i due tabloid vanno sostenendo da tempo, vengono citate non meglio precisate fonti milaniste, secondo le quali il tecnico rossonero avrebbe già raggiunto anche l’accordo economico con i Blues sulla base di un contratto triennale da 6,4 milioni di euro a stagione, e ora mancherebbe solo la firma in calce, prevista per giugno.
SILVIO LIBERA CARLO - A detta del Sun, ora il solo ostacolo alla felice conclusione dell’operazione sarebbe l’eventuale buonuscita che potrebbe chiedere il Milan, visto che Ancelotti verrebbe meno all’accordo che lo lega al club fino al prossimo anno. Ma l’esistenza di un gentleman’s agreement fra il tecnico e il proprietario della squadra, Silvio Berlusconi, secondo cui Carletto potrebbe lasciare il Milan quest’estate con la sua benedizione, dovrebbe mettere al riparo il Chelsea da qualunque brutta sorpresa, permettendogli così, chiosa il Mirror, di ingaggiare uno dei più vincenti e meglio preparati allenatori che ci sono in circolazione, quanto mai necessario per uno spogliatoio che è ancora strenuamente legato al fantasma di José Mourinho.

I tabloid pazzi di Hiddink "Liverpool cotto e demolito"

La netta vittoria del Chelsea ad Anfield potrebbe aver già chiuso il discorso qualificazione alle semifinali di Champions League. La stampa inglese esalta il tecnico dei Blues, attribuendogli il merito di aver "annientato" l'avversario. E il serbo Ivanovic diventa l'eroe del giorno...L’eroe sarà anche "unlikely" (leggi, improbabile) come dice il Times, ma di certo l’uno-due con cui Branislav Ivanovic ha gelato il Liverpool (completato dal tris di Didier Drogba) ha trasformato il difensore Blues da perfetto quasi sconosciuto in mattatore della serata.
IVAN IL TERRIBILE - Non a caso, per il Sun è diventato "Ivanfield" (solito gioco di parole da tabloid per mettere insieme Ivanovic ed Anfield); per il Daily Express, "Ivan the terrible" che ha torturato Rafa (Benitez) ed oscurato Torres e per il Daily Mail il "Blue Murder" che ha rovinato per ben due volte la notte Reds, mentre il Daily Mirrorsaluta "Ivan the Incredible", senza, però, dimenticare che tanta parte della vittoria Blues di ieri davanti all’ammutolita Kop la si deve a Guus Hiddink, ovvero colui che ha permesso al Chelsea non di vincere semplicemente la partita, ma addirittura di "annientare il Liverpool".
SERVE UN MIRACOLO - Da qui, il riconoscimento a mezzo stampa sul The Independent, secondo cui il tecnico olandese ha soffocato tatticamente Gerrard, oscurando così la notte Reds ad Anfield (unica nota negativa: il cartellino giallo rimediato da capitan John Terry che lo costringerà a saltare il ritorno a Stamford Bridge), e sul Daily Star, che sottolinea come "Rafa’s Guus is cooked" (in pratica, i Reds sono cotti), tanto che solo un miracolo potrebbe evitare agli uomini di Benitez l’eliminazione dalla Champions League. Un concetto che torna anche sul Daily Telegraph, per il quale le semifinali per il Chelsea sono ormai davvero ad un passo, mentre anche quelli del Liverpool Daily Post sembrano essersi messi il cuore Champions in pace visto che consigliano ai Reds di concentrarsi solo sul campionato.
GUAI GERRARD - E mentre il Guardian rende merito ad un "imperioso Chelsea", il Daily Sport manda i Blues in paradiso ("Blue Heaven") grazie a "Bran & co che demoliscono il Liverpool". Ma che sia stata un’autentica serataccia per i Reds lo confermano anche le notizie di oggi, che vogliono Steven Gerrard in ospedale per un’ecografia all’inguine, dopo il riacutizzarsi del problema che lo aveva costretto ad andare sotto i ferri nell’agosto scorso. E, visto com’è andata ieri, in casa Liverpool si aspettano già il peggio.

Messi e il Barça sublime Bayern distrutto: 4-0


Meraviglioso primo tempo dei blaugrana, che chiudono il discorso qualificazione con i gol dell'argentino (doppietta), Eto'o e Henry. Proteste ed espulsione per Guardiola dopo un rigore negato al Barça. Disastrosa serata per i tedeschi...Travolgente Barcellona: quattro gol in 35 minuti. Messi (2), Eto'o e Henry mettono la bandiera blaugrana sulle semifinali esaltando gli oltre 90mila spettatori del Camp Nou. Espulso Guardiola per proteste dopo un rigore non concesso all'argentino. Serata da dimenticare per Oddo e Toni, in campo con il lutto al braccio per le vittime del terremoto in Abruzzo.
SUBLIME - Il primo tempo è una mortificante esibizione di superiorità. Non c'è un solo passaggio a fluire senza uno scopo preciso da Puyol a Henry, passando per i tre tenori di centrocampo. Il Bayern è disposto male, offre il fianco invece di compattarsi quando la palla viaggia da un fronte all'altro. C'è talmente tanto spazio tra le linee che in 12 minuti Eto'o e Messi aprono il corridoio verso la porta due volte. Sono Henry e lo stesso camerunese a finalizzare la trama scattando alle spalle del difensore centrale chiudendo il diagonale come un assolo di un travolgente pezzo rock.
IN BALIA DEL VENTO - Dodici minuti dicevamo. Come finire all'inferno con la speranza di poterne uscire. In fondo, se guidi la squadra di Toni, Ribery, Schweisteiger e Van Bommel, fai bene a crederci. Ma la realtà è durissima quando il Camp Nou si fa terra di Messi. Klinsmann, con tutte le attenuanti del caso dettate dalle assenze di Lucio, Klose e Van Buyten, incassa altri due colpi mortali e altrettanti riesce a schivarli. Il rigore non concesso a Messi per fallo di Lell manda Guardiola su tutte le furie e poco dopo in tribuna, espulso. E in un certo senso incattivisce la Pulce, che infila in spaccata il 3-0 sull'imbeccata di Henry e ispira il 4-0 di Henry con una danza interrotta dalla gomitata da sicario di Van Bommel, ignorata dal pessimo Webb. Quarantacinque minuti, più quattro di recupero, come un ciclone. Con il Bayern nell'occhio, in balia del vento.
CONTROLLO - Ottl al posto di Altintop dopo l'intervallo rappresenta a conti fatti nè un argine alla piena blaugrana nè un grimaldello per spaccare la corazza attorno a Valdes. A ritmi lievemente inferiori, lo spartito eseguito è sempre lo stesso. Messi costringe Butt ad alzare sulla traversa, Iniesta sfiora il pokerissimo dopo aver saltato due difensori. Per i tedeschi c'è solo una chance, con Ze Roberto a 20' dalla fine, annullata da Puyol con un salvataggio preciso a un paio di metri dalla porta. Una goccia nel mare di una serata disastrosa, senza uno straccio di cross per Toni nè un moto d'orgoglio al cospetto della squadra perfetta. Quella di Guardiola.

mercoledì 8 aprile 2009

Diego sulla Juventus: "Trattative in corso"

Il brasiliano del Werder alla vigilia della sfida dei quarti di coppa Uefa con l'Udinese: "La Juve è una grande squadra, e il campionato italiano è quello che preferisco. Ma non so a che punto siano le trattative"...Juventus-Diego, c'è polpa. Lo conferma il diretto interessato, fantasista brasiliano del Werder Brema, alla vigilia della sfida dei quarti di coppa Uefa con l'Udinese.
IL DIEGO PENSIERO - "Tutti mi chiedono quale sia la mia decisione (futura ndr), ma in questo momento non posso dire niente. La Juve è una grande squadra, e il campionato italiano è quello che preferisco. Ma non so a che punto siano le trattative. Per adesso penso al Werder. Adesso lo devo aiutare, non può essere decimo in Bundesliga".

De Rossi e la crisi Lazio "Nel derby non mi fido"

Il centrocampista della Roma: "Non mi fido delle squadre che sembrano in difficoltà". Sulla tragedia in Abruzzo: "Avrei fermato il campionato". Su Spalletti: "Resterà. Ha un contratto, ha sposato un progetto, ha dato una parola"...Daniele De Rossi attende il derby. Sa bene che uno stop pregiudicherebbe la rincorsa a un posto Champions. Ma il centrocampista della Roma e della Nazionale non può fare a meno di pensare a quanto sta accadendo in Abruzzo dopo il devastante terremoto. "Il clima è surreale - dice - si vedono scene da film, la tragedia più vicina e clamorosa che ricordi da quando sono nato. Ci sono paesi e città distrutte e parlare di calcio rimane complicatissimo e quasi fuori luogo". Poi riflette: "Fermare il campionato? Non dipende da me, questo poteva essere un motivo valido, ma va al di là, sarebbe stato un gesto. Non deve passare il ricordo di questa tragedia in una sola settimana. Vorrei che venisse fatto qualcosa da un mondo così ricco come il nostro, possibilmente senza pubblicità in sala stampa e senza proclami. La Roma è sempre stata presente e credo che non si tirerà indietro".
SPALLETTI E COLLINA - Un discorso che sintetizza la sensibilità di Daniele che parla a 360 gradi. Di Spalletti come di Collina. De Rossi non ha dubbi sul futuro del tecnico toscano. "Ha un contratto, ha sposato un progetto, ha dato una parola, ha tante cose da fare che quest'anno non è riuscito a fare e avrà voglia di tornare su quei livelli eccellenti ai quali ci ha portato e, viceversa, noi abbiamo portato lui" afferma covinto. Per poi tornare sugli arbitri. L'ultima volta che ne aveva parlato (dopo la sconfitta della Roma con l'Inter) era andato giù duro. Ce l'aveva su con Rizzoli e aveva investito anche il designatore Pierluigi Collina, con il quale ha avuto modo di parlare durante il ritiro della Nazionale. "Ci ho voluto parlare per manifestare la verità: la stima per l'uomo e il fatto di averlo tirato in ballo in una maniera che poteva essere intesa come non volevo. L'ho tirato in ballo perché è il responsabile degli arbitri, ma non nel senso di burattinaio. È stato un mio errore di dialettica, che di solito non commetto".
NON MI MUOVO - Intanto il derby con la Lazio si avvicina: "Se non fosse per quello che è successo in Abruzzo sarei arrivato al derby tranquillo come negli ultimi anni. Il gol lo cerco meno, cerco la vittoria perché è una partita alla quale tengo molto". Poi approfondisce: "La Lazio è quasi nelle stesse condizioni in cui eravamo noi all'andata e non mi fido perché poi possono trovare energie facendo gruppo e in settimana sono stati in ritiro. Se puntiamo alla loro serie negativa sbagliamo di grosso. In un derby non ci sono favoriti. Lottiamo per il quarto posto ed è sempre una gara bella. Roma ha visto derby ben più di bassa classifica, quindi non dobbiamo ridimensionare questa partita. Il mio futuro? Ho sempre risposto alla stessa maniera che voglio restare a Roma e vincere; che rimarrò non ci sono dubbi, che vincerò qualche dubbio c'è, ma per me l'importante è vestire questa maglia".

Adriano: "Io sto bene ma quante ne dicono..."

L'attaccante dell'Inter sentito da un giornalista brasiliano: "Sono a casa con la mia famiglia, dicevano pure che ero morto. Joana? Non c'entra". La mamma: "Prego per lui". Esami per Maicon e Mancini ..."Quante cose si dicono su di me... Addirittura che ero morto". Parla Adriano. Una breve battuta, scambiata con un giornalista di Meia Hora, riportata dal portale Terra. "Ma io sto bene - aggiunge l'attaccante dell'Inter - sono a casa mia, con la mia famiglia". A prendersi cura di lui c'è anche la mamma, Rosilda: "Prego per lui. Faccio tutto il possibile, compreso pregare. Con l'aiuto di Dio e della famiglia tutto si potrà risolvere". "Sono stato un po' in difficoltà in Italia negli ultimi tempi - ha proseguito Adriano - ma non voglio entrare nei dettagli. Posso solo assicurare che la situazione non ha nulla a che fare con la fine del mio rapporto con Joana (la ex-fidanzata, n.d.r.)".
ACCERTAMENTI - Per quanto riguarda gli altri brasiliani dell'Inter giornata di esami per Maicon e Mancini, rientrati a Milano ieri dopo alcuni giorni di permesso concessi dalla società. I due nerazzurri si sono sottoposti ad accertamenti medici per valutare le rispettive condizioni. "Per Maicon - informa il club nerazzurro in una nota - che ha svolto la prima seduta di terapie e fisioterapia, è confermato lo stiramento di 3 grado al retto femorale della coscia destra accusato nel corso del primo tempo di Ecuador-Brasile. Per Mancini, che si era infortunato nel corso di Inter-Reggina al bicipite femorale della coscia sinistra, confermati i miglioramenti: per lui, nella giornata di oggi, spinning e forza".

Venerdì lutto nazionale Rinviata la 35ª di serie B

La Lega Calcio decide di non far disputare le partite del campionato cadetto in programma venerdì alle 19, giorno dei funerali solenni per le vittime del terremoto in Abruzzo. Si recupera il turno martedì 21 aprile alle ore 20.30 ...È stata rinviata dalla Lega Calcio la 35ª giornata del campionato di serie B prevista per venerdì, giorno in cui è stato proclamato il lutto nazionale e si svolgeranno i funerali solenni per le vittime del terremoto in Abruzzo. Le partite verranno disputate martedì 21 aprile alle ore 20.30.
LA TESTIMONIANZA - "Venerdì il campionato di serie B non si giocherà. Abbiamo appena ricevuto la comunicazione. Mi sembra una decisione dovuta in rispetto delle vittime del terribile terremoto che ha colpito il territorio abruzzese. Eravamo già in treno per partire alla volta di Ancona e abbiamo fatto in tempo a far scendere i ragazzi. Venerdì sarà lutto nazionale, giusto e doveroso non giocare". Così il d.s. del Bari, Giorgio Perinetti, ai microfoni di Radio Kiss Kiss, ha confermato la notizia della sospensione del campionato per venerdì.

Premier: Kakà riapre la porta

Dopo il no al City in un'intervista al Daily Star il fuoriclasse del Milan continua a parlare bene della Premiership: "Potrebbe essere una mia scelta se lasciassi il Milan". E in Spagna sono sicuri dell'approdo al Real Madrid ...Nonostante il no al Manchester City solo lo scorso inverno, Kakà non chiude definitivamente la porta al calcio inglese, una "possibile opzione" qualora lasciasse il Milan. È stato lo stesso asso brasiliano, nel corso di un'intervista al Daily Star, a non escludere un futuro in Premiership.
ESPERIENZE - Kakà, 26 anni, da sei stagioni in Serie A, ha rivelato la sua ammirazione per il calcio d'Otremanica. "Mi piace molto la Premier League, potrebbe essere una mia scelta se lasciassi il Milan - le parole di Kakà - ogni volta che mi è possibile cerco sempre di condividere esperienze con gli amici che giocano in altri campionati. E tutti i giocatori con cui ho parlato che giocano, o hanno giocato, in Inghilterra, mi dicono la stessa cosa: che è un campionato duro, molto veloce ed estremamente competitivo".
C'E' IL REAL - Intanto però sembra aperto anche il discorso Spagna. Secondo la stampa iberica Kakà e il Real sono in piena trattativa. Per il quotidiano As, Bosco Leite, il papà e agente del brasiliano del Milan, avrebbe contattato Florentino Perez, il probabile futuro presidente, per presentare la sua richiesta: 9 milioni di euro all'anno per trasferirsi a Madrid. Sempre As, poi, aggiunge che l'accordo con il Milan non sarebbe per una cifra intorno ai 60 milioni di euro, come riportato nei giorni scorsi da Marca, ma la società rossonera vorrebbe 85 milioni. Marca, in particolare, ha dedicato la copertina a un fotomontaggio emblematico, in cui il giocatore del Milan tiene per le mani una maglia delle merengues con il suo nome e il numero 5, quello che era stato di Zidane. Proprio il francese e l'ex presidente Florentino Perez "posano" con lui nella foto.

martedì 7 aprile 2009

Manchester-Porto 1-1 Villarreal avanti con Senna

Andata quarti di Champions: al 4' i campioni in carica già sotto: gol di Rodriguez, Rooney pareggia su assist di Alves. Red Devils senza Berbatov, con Macheda in panchina. Il capitano dei gialli spagnoli porta in vantaggio il Villarreal con l'Arsenal: i GunnErs al 27' devono sostituire il portiere Almunia infortunato e poi perdono anche Gallas...Ci siamo. La Champions riparte, stasera dalle 20.45. Senza italiane, ma con due sfide stuzzicanti. Manchester United-Porto 1-1 Villarreal-Arsenal1-0
QUI OLD TRAFFORD - I campioni d'Europa in carica sono anche i favoriti degli scommettitori per il trionfo europeo 2009. In campionato sono però costretti a spremersi al massimo, per contenere il tentativo di un Liverpool rinfrancato dal successo nello scontro diretto. I Diavoli Rossi contro il Porto dovranno fare a meno dell'infortunato Berbatov, ma il rimpiazzo è Tevez, difficile fare drammi. Sarà un derby portoghese per Nani e soprattutto per Cristiano Ronaldo, ex dello Sporting Lisbona. E i campioni di Premier League proveranno a vendicare lo sgarbo dell'eliminazione subìta dal Porto di Mourinho nel 2004, negli ottavi di finale. I lusitani allora poi andarono a prendersi la coppa con le grandi orecchie. Oggi la sfida sembra squilibrata più che mai, a vantaggio ovviamente di ooney e compagni. Ferguson porterà in panchina il gioiellino romano Macheda, che gli ha risolto i problemi contro l'Aston Villa.
QUI MADRIGAL - Giuseppe Rossi all'assalto delle semifinali. L'attaccante della Nazionale sarà al centro dell'attacco del Villarreal nella sfida contro i Gunners di Fabregas. È la replica della semifinale del 2006, allora la spuntarono gli inglesi, che poi si arresero al Barcellona, l'altra grande favorita di questa Champions, in campo domani contro il Bayern Monaco. Da seguire l'ex Pires, mentre tra i Gunners mancherà l'infortunato Van Persie: Adebayor probabile punta unica. Nell'ultima giornata di campionato i gialli spagnoli hanno perso 3-0 con l'Almeria, mentre l'Arsenal si sono imposti 2-0 sul Manchester City di Robinho.

Mancini e l'ufficio di Mou "Io amavo stare sul campo"

L'ex tecnico nerazzurro in tv da Chiambretti punzecchia il suo successore: "Dopo l'uscita della Champions ha chiesto subito una riunione? Sarà stata da 100 milioni di euro...". E su Adriano: "Ha un problema serio e va curato da persone adatte"...Roberto Mancini a tutto campo. Ospite della puntata di Chiambretti Night in onda giovedì, ma registrata oggi, l'ex tecnico dell'Inter ha parlato molto di vita nerazzurra. La sua, ma anche quella di altri. A partire da un suo ex giocatore in difficoltà.
AIUTO - "Adriano ha un problema molto serio - ha detto Mancini parlando dell'attaccante brasiliano -. Io e tutti all'Inter abbiamo cercato di aiutarlo, ma a volte i calciatori interpretano l'aiuto per qualcos'altro. Mi dispiace per la situazione in cui si trova. E credo che vada curato da persone adatte". Piero Chiambretti lo ha presentato come l'allenatore degli ultimi tre campionati vinti dall'Inter, ma Mancini lo ha corretto. "Da allenatore ho vinto due scudetti e mezzo", ha detto, convinto che il tricolore assegnato a tavolino non dovesse essere rifiutato, ma "andavano cancellate cose che hanno fatto altri e che non dovevano essere commesse, anche perché non servivano, vista la forza della Juventus".
BATTUTINE - Nella lunga intervista, Mancini ha anche riservato qualche battuta pepata al suo successore, Josè Mourinho, che una settimana fa nello stesso show aveva sottolineato come Mancini dopo l'eliminazione dalla Champions avesse annunciato il suo addio, mentre lui ha chiesto subito una riunione per vincere ancora. "Chissà - ha detto con un sorriso Mancini - se era una riunione da 100 milioni di euro...". E poi è tornato sulla storia dell'ufficio che il portoghese non avrebbe trovato ad Appiano Gentile e che ora esiste. "Io e il mio staff - ha spiegato il marchigiano - amavamo stare sul campo. Ai giocatori, anche a quelli bravi, si può insegnare qualcosa… ma sul campo. In ufficio è difficile…".

Sondaggio Champions Messi vuole spiccare il volo

Chi sarà il numero 1? Alessandro Del Piero è ancora al comando della classifica determinata dai voti dai lettori di Gazzetta.it e Marca.com, ma non potrà più incrementare i voti a suo favore. Secondo è l'argentino, che può scavalcarlo. Occhio a Gerrard e Ribery. Si può votare dalla mezzanotte di mercoledì fino alle 20 di giovedì...Mentre la Champions League si prepara a celebrare i quarti di finale, Alessandro Del Piero è ancora il leader della classifica generale del sondaggio indetto da Gazzetta.it e Marca.com, che invita i lettori a scegliere il miglior giocatore della competizione al termine di ogni giornata. Dove eravamo rimasti? Ale, esauriti gli ottavi con le eliminazione di tutte le italiane, precedeva Lionel Messi, ma l'argentino ha cominciato a diminuire la distanza che lo separa dalla vetta. Considerando che la Juve è fuori dalla Champions e il Barça continua la sua corsa, i giochi sono quindi aperti, anche se il gap è notevole: 196.133 voti Del Piero e 112.229 Messi. Al terzo posto Gerrard. Per chiudere la top ten: Aguero, Casillas, Raul, Van Nistelrooy, Robben e Llorente. Oltre 1.100.000 i voti totali raccolti dal sondaggio.
COME VOTARE - E' molto semplice: basta andare sul nostro sito dalla mezzanotte di mercoledì alle 20 di giovedì. Anche su Marca.com troverete il medesimo sondaggio. La somma dei voti raccolti dai due siti Internet, decreterà il "campione dei campioni". Siete chiamati a votare il miglior giocatore della giornata in una rosa di 10 candidati scelti di comune accordo dai giornalisti della Gazzetta dello Sport e di Marca. Alle 20 del giovedì si fanno i conti stabilendo il vincitore del turno. La "nomination" consente a ogni candidato di accumulare voti e di restare in gioco anche quando non viene inserito nella "top ten", per poi aggiungere nuovi "clic" al successivo inserimento tra i migliori dieci. Al termine della competizione, chi avrà totalizzato il maggior numero di preferenze si aggiudicherà la vittoria e sarà premiato con una cerimonia speciale.

Denis o Zalayeta? Questo è il problema

Magic: i due attaccanti del Napoli hanno giocato insieme per soli 273' e dall’inizio solo alla quarta giornata: un rebus capire su chi puntare...Amletico dilemma a ritmo di tarantella. Se lo pongono i tifosi del Napoli e anche tanti Magic manager in cerca di soluzioni: Denis o Zalayeta? O meglio, chi è il centravanti della squadra di Donadoni? Urgono risposte per il finale di stagione.
ENIGMA - Il panterone e il carrarmato: soprannomi pesanti per due attaccanti che sembrano quasi incompatibili. Se gioca uno, l’altro va in panchina: una scelta di Reja che ha confermato anche il suo successore. Del resto, dei due posti liberi nell’attacco partenopeo, uno tocca di diritto a Lavezzi. Ma a chi spetta l’altro? Un bel problema, visto che Zalayeta è partito titolare 13 volte e Denis 19. Sono stati insieme in campo per 273 minuti distribuiti in 10 gare, ma dall’inizio solo alla 4ª giornata per Napoli-Palermo.
CARRARMATO E PANTERONE - Certo, non è la stagione che ci si aspettava dal Napoli di De Laurentiis. Tante incognite e qualche delusione, anche i due dell’enigma d’attacco. Ma fino ad oggi tra le prime punte del Napoli è andato leggermente meglio Denis, anche se siamo ben lontani dai 27 gol dell’ultima stagione con la maglia dell’Independiente. Il carrarmato argentino l’ha messa dentro 8 volte, con 3 assist come chicca per il primo anno di serie A. Al totale c’è da aggiungere una Magic media 6,41: non male, anche se Ibrahimovic, tanto per fare un nome, arriva a 8,75.
UN PO' DI CHIAREZZA - Il panterone uruguayano mastica i campi italiani dal 1997/98 e gioca sotto al Vesuvio dal 2007/08. Nella scorsa stagione aveva chiuso il campionato con 8 gol, ma in questa è ancora fermo a 3 e mancano solo due mesi alla fine. E’ vero, ha giocato meno, ma la sua Magic media di 6,41 non è certo quella dei tempi migliori. Puntare su uno dei due può essere una scelta azzardata: forse è meglio averli entrambi in squadra, saggia forma di autotutela visto il Napoli di questi tempi. I dati aiutano a fare un po’ di chiarezza: 1.468 manager hanno deciso di investire su Zalayeta, quasi il doppio su Denis. Almeno loro provano a risolvere l’enigma.

Porto Rico è a un passo dal sogno Mondiale per club

Gli Islanders a una sola partita dalla finale di Concacaf Champions League che qualifica al torneo coi vincitori della Champions League europea. E tra loro c'è Arrieta, uno dei tre vincitori del reality show "Campioni"...Luoghi comuni: Portorico? Forti giocatori di baseball, basket. E bravi pugili. Il calcio? Qui il conoscitore medio di sport si metterebbe a ridere. Invece no. Perché al prossimo Mondiale per Club in Giappone c'è il forte rischio che possa esserci una squadra proprio dell'isola americana. I Puerto Rico Islanders, a cui manca una sola partita per arrivare in finale nella Concacaf Champions League.
INTRUSI TRA I MESSICANI - Stasera, a meno di un clamoroso rovescio, gli Islanders supereranno la semifinale. Devono difendere, a Città del Messico, il 2-0 conquistato in casa contro il Cruz Azul. Non esattamente gli ultimi arrivati, visto che hanno vinto cinque volte la Coppa. L'altra semifinale, tutta messicana, è tra Atlante e Santos Laguna. Con questi ultimi avanti 2-1 dopo il successo interno dell'andata.
REALITY - In campo, stasera, ci sarà anche un po' d'Italia. Una storia "particolare", bisogna dire. Perché negli Islanders gioca Christian Arrieta. Un nome che ai più non dice niente, ma che in realtà ha fatto un pezzo di "storia" della televisione. Arrieta, infatti, difensore centrale, è uno dei tre vincitori del reality show "Campioni", quando militava ancora nel Cervia allenato da Ciccio Graziani. Dopo un paio di stagioni al Lecce e al Foggia, eccolo a Portorico. "È stato difficile abituarsi a giocare in un campo che in realtà è da baseball - racconta al New York Times -. Ma il calore del pubblico è incredibile".
MULTINAZIONALE - Arrieta e gli Islanders (una vera multinazionale, con giocatori provenienti da Giamaica, Liberia, Trinidad, Ecuador e Usa) a dicembre, potrebbero sfidare i vincitori delle altre Champions, sparse per il mondo. L'allenatore degli Islanders è il nordirlandese Colin Clarke, che giocò, ironia della sorte, il Mondiale in Messico nel 1986. Un'eventuale vittoria nella manifestazione porterebbe, nelle non ricchissime casse del club, un milione di dollari.
LA TROPA NARANJA - "Durante le trasferte di Coppa siamo stati visti in maniera un po' strana - spiega al NY Times il presidente degli Islanders, Andrés Guillemard -. Non credevano che dei portoricani sapessero giocare a calcio. Eppure il movimento, da noi, cresce di continuo". Un Mondiale per Club con la "Tropa Naranja", questo il soprannome della squadra (dal colore delle maglie) sarebbe la degna chiusura. Altro che baseball e basket.

Ranieri, predica alla squadra

Dieci minuti di colloquio con i giocatori per il tecnico della Juve alla ripresa degli allenamenti dopo il 3-3 col Chievo. Distorsione al ginocchio per Salihamidzic: resto della stagione a rischio....Dopo la marachella arriva puntale la predica. Non è bastato il lunedì di riposo per stemperare il clima in casa Juve: Claudio Ranieri non ha digerito i tre gol subìti contro il Chievo e stamattina alla ripresa degli allenamenti ha avuto un faccia a faccia con tutta la squadra. Un discorso chiaro e ragionato, iniziato all'interno degli spogliatoi e proseguito sul terreno di gioco, attorno al centro del centrocampo. Nessun dramma e nessuna accusa specifica alla difesa o ai singoli. Il tecnico bianconero ha chiesto una reazione già contro il Genoa per dimenticare in fretta il 3-3 contro il Chievo e difendere il secondo posto in classifica dall'assalto del Milan, visto che ormai l'Inter sembra irraggiungibile. Dopo il confronto negli spogliatoi Ranieri ha raggruppato tutto il gruppo in mezzo al campo, per un breve discorso prima dell'inizio della seduta mattutina.
ALE ASSENTE - Tutti presenti ad eccezione degli infortunati e di Alessandro Del Piero. Il capitano, come di consueto alla ripresa degli allenamenti, è rimasto a lavorare in palestra. La sua assenza sul campo non va dunque letta come una presa di posizione contro l'allenatore, anche se è evidente come Pinturicchio non abbia gradito la sostituzione al termine del primo tempo contro il Chievo, nonché le continue voci di mercato riguardo un suo possibile sostituto per la prossima stagione.
BRAZZO - Intanto l'infortunio al ginocchio di Salihamidzic è più grave del previsto, per il bosniaco si parla di stagione finita. L'esterno ha riportato una distorsione al ginocchio destro con meniscopatia, nei prossimi giorni lo staff sanitario bianconero valuterà l'ipotesi di un intervento chirurgico, in ogni caso Salihamidzic non sarà a disposizione fino alla fine del campionato.

Ronaldo applaude Macheda "Sarà una stella del ManUtd"


Il Pallone d'Oro prevede per il giovane romano un radioso futuro: "Ma deve ascoltare i consigli dei giocatori più esperti ed essere capace di vivere nella maniera giusta dentro e fuori dal campo". Intanto Ferguson lo porta in panchina nella sfida Champions col Porto... Federico Macheda può diventare forte come Cristiano Ronaldo. Parola dello stesso Ronaldo che, alla vigilia della sfida di Champions League contro il Porto, fra una domanda sulla partita (“possiamo battere chiunque”) e una sul suo futuro (“sono felice qui, il Manchester United è la squadra per me”), ci ha anche infilato un commento su Kiko (così chiamano Macheda i compagni di squadra). “Si allena con noi tutta la settimana ed è un ragazzo sveglio e intelligente, che ha tanta voglia di migliorare. Se ascolterà i consigli dei giocatori più esperti e sarà capace di vivere nella maniera giusta dentro e fuori dal campo, sono certo che diventerà una stella di prima grandezza di questo club”.
MACHEDA IN PANCA COL PORTO - Una previsione che, a quanto pare, trova d’accordo anche Sir Alex Ferguson, che ha convocato l’italiano anche per la gara contro il Porto. Una scelta quasi obbligata, stante l’assenza di Dimitar Berbatov, ma non per questo meno inattesa e così motivata dal tecnico dei Red Devils. “Penso che Kiko andrà in panchina. Del resto, sarebbe stato difficile lasciar fuori il ragazzino dopo quello che ha fatto domenica, non credete? Di solito, prima di portare un giovane in prima squadra dobbiamo testarne il temperamento, perché giocare all’Old Trafford, davanti a 76.000 persone, non è per niente facile. Ma Kiko ha dimostrato di saper gestire certe situazioni e credo che giocatori come Giggs, Scholes e Neville possano rappresentare un ottimo esempio per lui”.
RABBIA LOTITO - Ma se a Manchester si coccolano il loro campioncino, passato da “slumdog” a “hero della Facebook generation”, come scrive il “Daily Mail”, e Sir Alex (fonte “Sun”) starebbe addirittura pensando di promuoverlo a titolo definitivo in prima squadra per la prossima stagione, in Italia c’è chi si mangia le mani per essersi lasciato sfuggire il giovane talento, pagato dai Red Devils poco meno di 40mila euro, come scrive ancora il “Sun”. Si tratta del presidente della Lazio, Claudio Lotito, che ieri ha lanciato un attacco violento ai “metodi d’acquisto” del Manchester United, definendoli “immorali” e accusando il club inglese di avergli “rubato” Macheda, approfittando delle norme italiane che impediscono di mettere sotto contratto un calciatore prima dei 16 anni ("... sembra di essere al mercato delle vacche"). Stessi concetti ribaditi anche dall’ex ds della Lazio, Walter Sabatini, sempre sul “Sun”. “Prendere Macheda è stato un atto di arroganza da parte dello United. Hanno rubato il ragazzo esattamente come avevano già fatto con Giuseppe Rossi con il Parma e credo sia arrivato il momento di cambiare le regole, perché ci sono club che se ne approfittano. Ho scritto tre lettere a Ferguson, spiegando che lo United stava mancando di rispetto alla Lazio con questo comportamento, ma non mi ha mai risposto personalmente, lasciando che lo facesse qualche segretario per dirmi che il Manchester stava facendo tutto secondo la legge”.
PARLA BABBO MACHEDA - E mentre il vecchio e il nuovo club si scambiano “cortesie” a mezzo stampa, il papà di Kiko, Pasquale, confessa al “Daily Mirror” come, accettando il trasferimento in Inghilterra, il figlio abbia salvato la famiglia dalla miseria. “In Italia, era sempre più difficile riuscire a pagare le bollette e temevo spesso di non arrivare alla fine del mese – ha raccontato il signor Macheda – poi è arrivata quella telefonata. Era qualcuno che parlava con accento inglese e che ha offerto a Federico un ingaggio da 80mila sterline l’anno per andare allo United”. Impossibile dire no a tanto denaro e, infatti, la famiglia non lo fece, scegliendo di trasferirsi tutta a Manchester, anche perché senza di loro Kiko aveva detto chiaro che non si sarebbe mosso. E domenica all’Old Trafford, davanti a mamma Lorena e al fratellino Simone, il giovane Macheda ha visto il suo sogno diventare realtà. “Ho pianto quando Federico mi ha dedicato il gol”, ha concluso Pasquale. E mentre “cuore di papà” paragona il talentuoso figlio a Marco Van Basten (“ma deve ancora migliorare nei colpi di testa”), il “Daily Mail” ha stilato l’elenco degli “altri Macheda” del Manchester United. E accanto ai gemelli brasiliani Fabio e Rafael Da Silva, ecco spuntare un nome italiano: è quello di Davide Petrucci, attaccante di 17 anni preso dalla Roma e considerato “il nuovo Totti”. Vedremo se lo sarà davvero, anche se con la maglia sbagliata.

Chelsea, per la panchina è "derby" Ancelotti-Mou

Il presidente dei Blues, Abramovich, continua a pensare al tecnico del Milan come prima scelta: la stampa inglese parla già di un triennale in cantiere. Ma lo spogliatoio rivuole Mourinho. Così spunta un altro nome di sapore rossonero: Rijkaard...Si profila un derby Milan-Inter per la futura panchina del Chelsea, almeno a dar retta ai giornali inglesi di oggi. Secondo il "Daily Mail”, infatti, Roman Abramovich avrebbe individuato in Carlo Ancelotti il successore di Guus Hiddink, dopo essersi reso conto che non sarebbe poi così facile riuscire a convincere la Russia a lasciargli l’olandese a titolo definitivo ed esclusivo, vista la Coppa del Mondo dell’anno prossimo. Peccato, però, quando ha messo al corrente le stelle Blues delle sue intenzioni, i “senatori” della squadra lo avrebbero lasciato “letteralmente allibito” (come scrive ancora il “Daily Mail” e rincarano “Daily Express” e “Guardian” chiedendogli, piuttosto, di riprendere José Mourinho, ovvero l’ultimo ad aver portato dei trofei in casa Chelsea negli ultimi anni (2 titoli di Premier League, 2 coppe di Lega e una FA Cup). Un’eventualità alla quale, però, il boss russo non aveva minimamente pensato (visto che è stato proprio lui a mettere alla porta di Stamford Bridge il portoghese nel settembre del 2007) e alla quale non penserebbe nemmeno ora, sempre secondo fonti inglesi, perché malgrado le reciproche parole di stima, Abramovich considera ormai Mourinho “storia vecchia”. Insomma, lui vuole Ancelotti. Punto.
IL PRECEDENTE - Del resto, ci aveva provato anche lo scorso anno a prendere il tecnico del Milan, prima di optare per Luiz Felipe Scolari quando Carletto decise di restare fedele ai colori rossoneri. “Ora, però, le cose sono cambiate – si legge nei commenti – e Ancelotti è pronto a lasciare il Milan a fine stagione”. A quanto pare, sarebbero già stati discussi anche i termini dell’accordo triennale che legherebbe il tecnico al Chelsea. Ma di certo Abramovich non si aspettava che i suoi giocatori gli chiedessero di riprendere Mourinho che, secondo il “Guardian”, sarebbe pronto a lasciare l’Inter dopo appena un anno, pur con la conquista dello scudetto ormai quasi certa, a causa della mancata vittoria in Champions League e, soprattutto, dei problemi incontrati con l’ambiente della serie A. Ancora popolarissimo fra i tifosi Blues, oltre che all’interno dello spogliatoio, lo “Special One” non ha mai fatto mistero di desiderare un ritorno in Premier League e, non a caso, il suo nome è spuntato anche come possibile alternativa a quello di Mark Hughes per il Manchester City. Ma il portoghese sogna Stamford Bridge, anche se la scorsa settimana, ospite del “Chiambretti Night”, Mourinho aveva detto di sognare un futuro in Spagna. E proprio dalla Spagna arriverebbe anche la prima alternativa all’accoppiata InterMilan per il nuovo Chelsea: ovvero, Frank Rijkaard, reduce da un anno sabbatico dopo il suo addio al Barcellona e fortemente sponsorizzato, dicono, proprio da Hiddink quale suo successore. Ma, come sempre, l’ultima parola spetta ad Abramovich che, questa volta, non vorrebbe dar retta a nessuno e coronare finalmente la sua rincorsa ad Ancelotti.

lunedì 6 aprile 2009

"Adriano ha un problema" Mancini: "Io l'ho aiutato"

Secondo i media brasiliani la crisi del brasiliano sarebbe legata al rapporto con l'ex fidanzata Joana Machado. Il procuratore Gilmar Rinaldi: "Ha un problema particolare che stiamo cercando di risolvere". L'ex allenatore: "Gli ho dato una mano ogni volta che potevo"...Roberto Mancini conosce bene la situazione, perché con Adriano ha trascorso quattro stagioni tra alti e bassi. "Ho sempre cercato di aiutare Adriano in tutto e per tutto. Poi, quando un allenatore non fa giocare un suo calciatore, il rapporto diventa difficile. Per gli altri suoi problemi ho sempre cercato di dargli una mano. A volte mi chiedeva di andare in Brasile e io lo mandavo. Chiedeva quello che era meglio per lui e io glielo facevo fare". L'ex allenatore dell'Inter ha parlato ai microfoni di "Replay", in onda su Raitre stasera alle 23.10. "Gli avevo consigliato di lasciare l'Inter - ha aggiunto Mancini - ma adesso bisogna pensare a tirar fuori l'uomo Adriano da questa situazione e possono riuscirci soltanto persone esperte in materia. È un bravo ragazzo, spero che possa rialzarsi".
"PROBLEMA PARTICOLARE" - Il manager del giocatore ha aggiunto oggi un particolare: "Adriano è a casa della madre. Non è vero che è depresso? - ha detto a calciomercato.it -. Adriano ha un problema particolare che stiamo cercando di risolvere e di cui adesso non vogliamo parlare. Problema di salute? Diciamo che è un problema di cui non vogliamo parlare. Quando torna in Italia? Questa è una cosa che vedremo al momento giusto. L'Inter e la federcalcio brasiliana sanno tutto e sono aggiornati ora per ora su qualsiasi novità. Sono io che mi sto occupando di tenere i contatti. Ho parlato con l'Inter, con Dunga, con la Cbf, a nome di Adriano".
LA MADRE - Rosilda, la mamma di Adriano, ha fatto sapere solo che il ragazzo, 27 anni, "sta bene ed è tranquillo". Poche parole per ribadire che la situazione è sotto controllo e che le voci, alcune fantasiose, girate nei giorni scorsi non corrispondono al vero. Sul resto della storia, che riguarda l'Inter e il ritorno in Italia del giocatore, c'è meno chiarezza.
A RIO DE JANEIRO - L'Imperatore aveva fatto perdere le sue tracce dopo gli impegni con la Nazionale, non prendendo l'aereo per tornare a Milano e facendo preoccupare molti, prima di tutto i suoi familiari. Sulle cause di questo rinvio si sono fatte solo delle ipotesi. Si era parlato di una sua partecipazione a una festa in onore di un narcotrafficante, tale Paulo Rogerio de Souza Paz detto Mica, c'è pure chi ha messo in giro la voce che fosse morto tanto che la Federcalcio brasiliana è stata costretta a comunicare che il giocatore è a Rio de Janeiro con la sua famiglia. Secondo alcuni amici molto vicini al giocatore, riporta il portale "Terra Esportes", Adriano alternerebbe momenti di euforia ad altri di depressione e pianti e si terrebbe in contatto solo con pochi intimi. Ieri sera, però, si sarebbe negato al telefonino, affidando alla madre il compito di avvisare gli amici che era tutto a posto. "Adriano sta bene, solo che nessuno conosce cosa sta nascondendo", rivela una fonte vicina al giocatore.
LA DEPRESSIONE DI JOANA - Stando però ad alcune indiscrezioni, dietro il momento difficile dell'Imperatore ci sarebbe la rottura con l'ex fidanzata Joana Machado, che sarebbe stata anche contattata dai familiari di Adriano che le avrebbero chiesto di andare a casa sua per aiutarlo a risollevarsi, richiesta alla quale avrebbe detto no. "Joana è triste e depressa, sa che lui ha bisogno d'aiuto - ha detto una sua amica - ma dopo quella festa lei è rimasta molto infastidita. Joana ha anche ricevuto diverse telefonate in cui le è stato chiesto di aiutarlo".
LE MODELLE - Il party che avrebbe causato la rottura sarebbe quello organizzato da Adriano nel suo nuovo appartamento a Rio due settimane fa, prima di cominciare il ritiro col Brasile, una festa durata 12 ore e alla quale erano presenti modelle come Veronica Araujo (vecchia fiamma dello stesso giocatore) e Fabiana Andrade, ma anche il noto transgender Patricia Araujo. Il rapporto tra i due era molto forte, insiste la stampa brasiliana, tanto che Joana, all'ultimo Carnevale di Rio, ha sfoggiato un tatuaggio col nome di Adriano, dicendo che era l'uomo della sua vita.