giovedì 2 aprile 2009

Messico, un altro schiaffo Eriksson appeso a un filo

Lo svedese, dopo il tracollo in Honduras (3-1), è sempre più a rischio. Il nome più gettonato è quello dell'ex allenatore dell'Atletico Madrid Aguirre, ma i candidati sono diversi...Quello tra il Messico e Sven Goran Eriksson pare sempre più matrimonio sbagliato: stanotte il Tri è stato umiliato in Honduras, un 3-1 (in gol anche l'ex Napoli e Udinese Carlos Pavon) che dice ancora di più di quel che pare. Una partita iniziata male e proseguita peggio quella dei messicani, coi soliti equivoci strategici e un approccio alla gara sfibrato, inconsistente che denota problemi soprattutto a livello psicologico. Non ci sta infatti che il Messico stia penando in questa maniera, e adesso si parla apertamente di "rischio Mondiale". Quest'anno l'area Nord-Centro americana manda direttamente tre nazionali a Sudafrica 2010, con la quarta che spareggerà con la prima delle escluse sudamericane, quindi c'è il forte rischio di incrociarsi con una squadra molto competitiva.
CRITICHE - E in questo momento, dopo tre partite giocate nell'Hexagonal finale, il Messico è quarto in classifica dietro Stati Uniti, Costarica e Honduras, con un punto in più del Salvador e di Trinidad e Tobago. La rosa del Messico è naturalmente superiore a quella dei rivali, il rischio è però di cadere in un vortice e creare quell'apprensione che azzera i valori tecnici. E secondo buona parte della stampa, a quel punto ci stiamo avvicinando. Eriksson, già traballante dopo i turni preliminari, continua a non convincere i più, tanto che uno dei giocatori di maggior talento del Tri, l'esterno del Deportivo La Coruna, Andres Guardado, ha esibito un'uscita dialettica piuttosto sospetta a fine match: "Non siamo noi giocatori a decidere delle sorti del c.t. ma la federazione...", ha detto la rivelazione messicana dei Mondiali del 2006. Insomma, non esattamente un stringiamoci a coorte...
INCERTEZZE - D'altronde è evidente, nonostante la vittoria del week-end contro il Costarica, in uno stadio Azteca stracolmo, che il c.t. e la squadra non marciano compatti nella stessa direzione. C'è insicurezza, si producono errori banali e, appunto, si palesa un approccio che lascia pochi spazi all'interpretazione: la squadra procede a strappi, con il Costarica le soluzioni che hanno prodotto le azioni più pericolose sono state tutte estemporanee. I continui cambi di formazioni dello svedese, al netto di squalifiche e infortuni (pesa soprattutto la mancanza di Osorio, anima del Tricolor insieme a Pavel Pardo), sono paradigmatiche di una situazione di poca chiarezza: vedi ad esempio il ruolo di Salcido, a turno spostato in fascia o al centro della difesa, e con l'Honduras, stanotte, disastroso e espulso (altra cartina al tornasole dello stato dell'arte: il Tri ha sofferto l'ennesimo cartellino rosso).
SENZA SUAZO - Eriksson rischia, il nome di Javier Aguirre, ex Atletico Madrid, risuona spesso, ma i candidati sono diversi: la federazione messicana deve decidere, o si ribadisce in maniera convinta la fiducia allo svedese, o si cambia in fretta. Il Mondiale non deve scivolare via. Intanto, gli USA pur zoppicando qua e là (pareggio in rimonta in Salvador nel passato week end), grazie alla vittoria contro Trinidad - tripletta del giovane Jozy Altidore, bloccato dal Villarreal e ora in prestito nella serie B Spagnola - comandano il gruppo, in verità più equilibrato di quel che si pronosticava. Seguono a breve distanza Costarica e Honduras. Proprio i “Catrachos”, che han schiantato il Messico anche senza l'infortunato David Suazo, possono recriminare per un erroraccio al 90' del portiere, nel match del fine settimana a Trinidad, dove controllavano agevolmente la partita che poteva portarli nelle zone altissime della classifica.

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