domenica 29 marzo 2009

L'eroe di Berlino e il "deb" È l'Italia di Pirlo&Pazzini

La vittoria in casa del Montenegro che ci spiana la strada verso il Mondiale sudafricano nel segno dei due giocatori. E adesso Lippi farà fatica a tenere fuori il blucerchiato: "Appena la palla gli tocca addosso va dentro..."Il Montenegro l’hanno steso i loro gol. Ma Pirlo e Pazzini rappresentano molto di più: la fusione tra il gruppo degli "eroi di Berlino", i campioni del mondo, e i giovani leoni, essenziali inserimenti in chiave presente e soprattutto futura della Nazionale di Marcello Lippi.
IL PROFESSORE - Andrea Pirlo è classe 1979. E a Podgorica, ieri sera, ha messo via la 54a presenza in azzurro. Un veterano. Eppure si è parzialmente dovuto reinventare. Avanzando di qualche passo, lui che è regista acclamato, nonchè invidiato da molte altre nazionali. Colpa dell’emergere di De Rossi, baluardo irrinunciabile davanti alla difesa, e delle caratteristiche di Palombo, altro centrocampista centrale del terzetto messo in campo al City Stadium dal c.t. viareggino. Che gli ha così chiesto di fare qualche passo avanti. Non di giocare trequartista, ma davanti a De Rossi e Palombo, legando mediana e attacco. Lui lo ha fatto piuttosto bene nel primo tempo, impreziosito da un rigore procurato prima e realizzato poi. Con un colpo di classe, per non perdere l’abitudine, un cucchiaio alla Totti. Poi nella ripresa a tratti ha incantato, come quando ha lanciato in profondità Pepe, in occasione del 2-0 di Pazzini. Il commento post gara delle prodezze serali è stato di profilo molto più basso di quello tenuto in campo. "Siamo un gruppo nuovo - ha detto Pirlo -. Si stanno inserendo anche i giovani, siamo sulla buona strada. Il cucchiaio? Ho visto il portiere che si muoveva prima. Siamo soddisfatti". Più esplicito Lippi: "L’ho tolto nel finale solo perchè era diffidato. Nel secondo tempo ha trovato la posizione ideale e ha giocato molto bene, da par suo, come ci ha abituato da anni". L’emblema della continuità.
IL DEBUTTANTE - Per capire la partita di Pazzini, classe 1984, bisogna invece partire dalla fine. Dalle frasi pronunciate a fine gara dall’attaccante, felice e esterrefatto da tanta grazia: "Serata magnifica, di più non posso chiedere. Faccio ancora fatica a capire quello che è successo. Il gol? Ho visto Simone (Pepe) sulla fascia, ho fatto uno scatto per arrivarci, la palla è arrivata lì, sono stato bravo e fortunato a metterla dentro. Poi per un paio di secondi non ho capito più nulla". Una gioia incontenibile. Pura e totale. Quella di un debuttante, che 20’ dopo il suo ingresso in campo, ha trovato il gol che ha chiuso la gara e regalato all’Italia tre punti che significano primato solitario nel gruppo 8 di qualificazione mondiale. Il Pazzo ha convinto al di là del gol: movimenti da centravanti vero, sponde, spesso si è fatto trovare al posto giusto al momento giusto (aveva sfiorato la rete già prima del 2-0), insomma un esordio con i fiocchi. E la prospettiva di un posto da titolare che potrebbe arrivare, presto, molto presto, magari già mercoledì a Bari contro l’Irlanda. Lippi non si è nascosto dietro un dito, e ha detto: "In questo momento appena la palla gli tocca addosso va dentro". E allora diventa difficile rinunciare ad uno così. Sia nell’immediato che in prospettiva.

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